Continua la battaglia per la musica live che vede Cosmo impegnato in prima persona dal giorno zero delle chiusure pandemiche.
Tra i lustrini ed i meeting della Milano Music Week, l’elettro-autore eporediese si è insinuato nella programmazione dell’Alcatraz sfruttando il giorno 23 novembre 2021, slot lasciato libero dal tour rinviato di Mahmood. Quello che si è tenuto, più che un concerto, è stato un blitz in piena regola: annunciato con circa due settimane d’anticipo, l’evento ha registrato tremila (e più) ingressi.
Dopo aver ingoiato un boccone amaro come il rinvio alla prossima primavera dei tre concerti in programma a Bologna, Cosmo si prende la sua “rivincita”, facendo ballare un pubblico non distanziato e in gran parte privo di mascherina (ricordate il 2019?).
Sul palco, ampio spazio in scaletta è riservato al più recente prodotto della sua discografia: “La terza estate dell’amore” trova, per la prima volta, la sua dimensione naturale dopo mesi di ascolto nella gabbia delle cuffie e degli impianti audio.
Proprio come l’album che era un atto politico, nel suo live Cosmo manifesta gli intenti di riconquistare uno degli habitat naturali della fruizione artistica. Come sta continuando a dichiarare da mesi il diretto interessato, la misura è colma e non è più tempo di “seguire le regole”.
Che differenza c’è tra il concerto di Salmo e quello di Cosmo?
Quello che è successo solo ieri a Milano non è passato in sordina, e le critiche sono giunte puntuali. Una delle principali argomentazioni mosse dai detrattori è che, a tutti gli effetti, i concerti di Salmo e di Cosmo non hanno nulla di diverso e sono entrambi pericolosi alla stessa maniera.
La realtà non è proprio così: stante le normative vigenti, il concerto di Salmo era irregolare per i rischi alla salute collettiva (senza dilungarsi sulla presenza di permessi, certificazioni di agibilità ed altro ancora); il concerto di Cosmo rispetta tutti i requisiti delle leggi attualmente vigenti, è stato realizzato in uno spazio nel rispetto della capienza e con il controllo all’ingresso di tutti i green pass. Può piacere o meno, essere un’operazione condivisibile o da deprecare, ma quello che cambia fra Salmo e Cosmo è il momento.
Ad agosto non si poteva fare un concerto in quel modo, ora sì. Domani non v’è certezza, e questo fa male.
I concerti di Cosmo sono sempre pazzeschi: li ricordiamo bene.
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