Un nuovo capitolo nel battibecco tra Morrissey e Johnny Marr

I panni sporchi si lavano in casa, ma non per Morrissey e Johnny Marr.

Gli ex membri fondatori dell’indimenticabile (e indimenticata) rock-band The Smiths, che ha segnato in modo indiscutibile gli anni ’80 e determinati sviluppi alternative, sono protagonisti di un battibecco che si trascina dal giorno zero dello scioglimento del gruppo. Le motivazioni sono molteplici, mai chiarite e forse anche loro hanno dimenticato da quando hanno iniziato a litigare.

Il più recente capitolo di questa acredine parte da Morrissey, che ha risposto sul proprio sito con una lunga lettera aperta indirizzata all’ex sodale. Tutto nasce da alcune recenti dicharazioni di Marr, che attualmente sta promuovendo il suo progetto “Fever Dreams Pt. 1 – 4”, una raccolta di extended play che ha già visto un paio di release.

In soldoni, la richiesta di Morrissey è di “smetterla di parlare di lui, perché è solo clickbait e non hanno rapporti da oltre 35 anni”. Di seguito la trascrizione integrale della lettera aperta.

Questa non è una filippica ma una calma ed educata richiesta: potresti smetterla di menzionare il mio nome nelle interviste che fai? Perché non parli della tua carriera invece, delle tue incredibili conquiste come artista solista? Puoi per favore lasciarmi fuori?

Il fatto è che tu non mi conosci. Non sai nulla della mia vita, né delle mie intenzioni, dei miei pensieri, dei miei sentimenti. Eppure parli di me come se fossi il mio psichiatra, come se avessi costante accesso ai miei istinti. Sono 35 anni che non ci conosciamo, molte vite fa. Quando ci siamo incontrati, io e te, non eravamo famosi. Ci siamo aiutati l’un l’altro a diventare ciò che siamo oggi. Perché non lasci che le cose stiano in quel modo? Perché invece persisti, anno dopo anno, decennio dopo decennio, nell’incolparmi di ogni cosa, dallo tsunami delle Isole Salomone del 2007 alla bava sul mento di tua nonna?

Ti ho ispirato abbastanza da fare musica con me per 6 anni. Se, come dici, ero quest’orribile mostro, cosa ti avrebbe fatto lui [il mostro, ndr.]? Rapito? Incatenato? Sequestrato da alieni strabici? Sei stato tu a suonare la chitarra in “Golden Lights”, non io. Certo, sappiamo entrambi che la stampa britannica pubblicherà sempre tutto ciò che dici sul mio conto, finché saranno cose crudeli e brutali. Ma lo hai già fatto, ora vai oltre. È come se non potessi nemmeno disincrociare le gambe senza menzionarmi. Il nostro tempo è stato molte vite fa, e ne è passata di acqua sotto i ponti da allora! È arrivato il momento di assumerti la responsabilità delle tue azioni e della tua carriera, che ti auguro di goderti in buona salute. Basta che la smetti di usare il mio nome per fare del click-bait. Non ho mai attaccato il tuo lavoro da solista o la tua vita, e ho pubblicamente applaudito al tuo genio durante i giorni di “Louder than bombs” e “Strangeways, here we come”, eppure, puntuale come una rata da pagare, sei sempre stato pronto ogni qualvolta la stampa richiedeva un punto di vista malevolo sulle mezze parole che ho detto dall’ultima era glaciale, da quando il fiume Colorado iniziava a modellare il Grand Canyon.

Smettila, per favore. È il 2022, non il 1982.

La replica di Johnny Marr alla lettera aperta di Morrissey

Caustica la risposta del diretto interessato, affidata a un post su Twitter. Ecco la traduzione:

Caro Morrissey, le lettere aperte non vanno va più di moda dal 1953. Adesso sai com’è, corre tutto sui social media. Pure Donald J. Trump l’ha capito. E poi, questo business delle fake news non fa tanto 2021?
Johnny Marr

Non resta, purtroppo, che darsi appuntamento al prossimo atto di questa commedia…che tristemente rende impossibile una reunion degli Smiths.

Leggi la recensione di “I Am Not a Dog on a Chain”, il più recente disco di Morrissey.

Morrissey: “I Am Not a Dog on a Chain” è il tredicesimo album da solista

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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