Il Filo invisibile, un film su una famiglia non molto diversa dalle altre

Il filo invisibile è un film diretto da Marco Simon Puccioni, con Filippo Timi e Francesco Scianna, uscito nelle sale cinematografiche il 21 Febbraio 2022 soltanto per tre giorni e disponibile sul catalogo Netflix dal 4 Marzo.

Un dramedy incentrato sui problemi esistenziali del giovane Leone: sedicenne romano figlio di una coppia omossessuale, nato da madre surrogata in virtù di un “cocktail” di spermatozoi, che si trova ad affrontare e combattere i pregiudizi quotidiani di chi vive nel nostro Paese una condizione di “diversità”.

 

 

il filo invisibile

 

Il Filo invisibile – Trama

Il filo invisibile racconta la storia di Leone, sedicenne nato in California da Tilly, una donna amica dei suoi genitori (Simone e Paolo) che li ha aiutati a realizzare il sogno di diventare padri.

Leone all’interno del contesto familiare vive una esistenza tutto sommato felice. I “problemi” sorgono quando mette piede fuori casa, nei rapporti con gli altri. Non perché sia un ragazzo difficile, tutt’altro! Purtroppo, a differenza dei suoi coetanei, è costretto a difendersi dai pregiudizi di chi lo considera un diverso.

Una condizione che gli pesa e che sceglie di raccontare nel saggio di fine anno, in un video dove prova a mettere in luce i tabù che le persone hanno nei confronti della sua famiglia, sulla sua sfera affettiva e sessuale. Nel mentre lavora insieme all’amico Jacopo alla produzione di questo filmato, incontra una ragazza verso cui scopre di nutrire un sentimento nuovo, sconosciuto fino ad allora. Questo momento di felicità illuminata viene tuttavia contrastato da alcuni eventi imprevisti nel rapporto fra i suoi genitori. Un fatto questo che lo porterà a considerare aspetti fino ad allora ritenuti irrilevanti – come ad esempio chi è il suo padre naturale.

 

il filo invisibile

Il Filo invisibile – recensione

Il filo invisibile tocca temi delicati e scottanti e lo fa con discreta leggerezza, senza scadere in cliché facili facili. 

Il perno intorno a cui ruota la commedia è proprio quel filo invisibile e sottile su cui si regge l’equilibrio familiare tra Leone e suoi due papà. Un equilibrio che rischia di saltare per aria ma che, invece, nell’evoluzione dei fatti, viene rinsaldato dall’amore che ne ha contraddistinto la scelta.

La pellicola non ha la pretesa di insegnare nulla riguardo famiglie e genitorialità omosessuali, né di approfondire argomenti che avrebbero bisogno di spazi di discussione ben più ampi ed importanti – istituzionali e sociali. 

Nella sua leggerezza, ad ogni buon conto, il filo invisibile è un film capace di fornire piccoli spunti di riflessione su situazioni reali, con la speranza che possa indirizzare la collettività – nel suo insieme – ad accelerare il processo di inclusione sociale di tantissime persone vittime di pregiudizi dettati dall’ignoranza.

 

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