Qualche giorno fa sono andata al cinema a vedere Hotel Gagarin, di Simone Spada con Giuseppe Battiston, Luca Argentero, Claudio Amendola & compagnia bella.
Beh, che dirvi, a volte ci sono immagini che esemplificano meglio delle parole un concetto. Avete presente la serie animata americana “Daria”? La mia espressione, durante l’intero film, è stata la stessa di Daria Morgendorffer, con il pubblico che si sbellica e si ammazza dalle risate ed io lì, immobile e silenziosa. Magari sarò scema io, magari era il film più divertente dell’universo. Fatto sta che io non ho riso proprio per nulla.
Prima di illustrarvi cosa ne penso del film, vi faccio un breve recap della trama.
TRAMA HOTEL GAGARIN
La sceneggiatura di un comune professore di liceo, Nicola (Giuseppe Battiston), viene scelta da una casa di produzione cinematografica. Dato che il film in questione ha come plot la ricerca delle radici in Armenia, il nostro protagonista parte con un’inespertissima troupe per il paese sconosciuto. Purtroppo, si tratta di una farsa : il produttore scappa con il sostanzioso bottino offertogli dai fondi europei e i nostri cinque eroi – Nicola, Elio (Claudio Amendola), Sergio (Luca Argentero), Valeria (Barbora Bobulova), Patrizia (Silvia D’Amico) – vengono abbandonati all’Hotel Gagarin.
Presupposto che sono una fan di Wes Anderson, come potete immaginare benissimo, dopo aver visto la locandina, mi ha subito attirato la possibile connessione tra Hotel Gagarin e Grand Budapest Hotel.
In realtà le due pellicole hanno ben poco in comune, per mio dispiacere. Speravo potessero esserci dei riferimenti precisi, o che si trattasse di una trasposizione, come accade spesso oggigiorno nel cinema italiano. Invece no, nulla di tutto ciò è accaduto.
Un altro aspetto che non mi ha attratto molto è stato l’aver dovuto inserire necessariamente alcuni argomenti, in realtà, futili per il percorso della storia. Ad esempio, non era di certo indispensabile parlare per soli cinque secondi di quanto fosse migliore la vita all’estero(di qualsiasi posto si tratti) rispetto all’Italia.
La visione globale del film non mi è dispiaciuta , ma poteva essere ampliata maggiormente. Tuttavia, tengo molto ad elogiare il lavoro di Giuseppe Battiston in questo contesto. Un attore eccellente, in grado di far emergere la sua bravura anche in circostanze non proprio congeniali
Da quale punto osservo le cose
La mia concenzione della commedia italiana è ben diversa dal semplice “voglio solo farmi due risate per passare il tempo”. Quando vado al cinema a vedere un film comico – italiano – sono spesso scettica, forse perché tengo ad associarla a miti come Verdone, Benigni e Troisi. In più, è cosa nota a tutti, l’aspetto caratteristico di una commedia all’italiana è la presenza di una morale finale. Lo spettatore ha bisogno di qualcosa che gli resti per gli anni a venire.
Personalmente, Hotel Gagarin non penso sia un film che resterà nella mia memoria. Un po’ mi dispiace perché le premesse mi sembravano buone. Eppure, guardandolo, ho pensato continuamente che mancasse qualcosa.
Il film sarà al cinema dal 24 maggio, andate a vederlo, magari mi aiutate a capire cosa manca a me e mi direte che sbaglio.
Assunta Urbano