Noel Gallagher’s High Flying Birds : Live at Auditorium, Roma

Venerdì 22 giugno, Noel Gallagher e i suoi fedeli soci, gli High Flying Birds, si sono esibiti all’Auditorium – Parco della Musica di Roma. Era inevitabile per me andare a sentirli nuovamente live, anche se devo ammettere che stavolta non ero così elettrizzata come al solito. Ho sempre preferito il fratello maggiore tra i due Gallagher. E, stavolta, più che a Roma, avrei preferito essere a Milano, al concerto di Liam agli Idays.

Insomma, non potevo perdere questa occasione per lamentarmi, ma la termino qui. Ci tengo, invece, a raccontarvi qualcosina in più sulla giornata.

Alla ricerca di Noel

Prima di arrivare all’Auditorium, ho deciso di fare una tappa all’albergo dove alloggiava Noel Gallagher con la sua band. Ovviamente la fortuna non è mai stata dalla mia parte. Molte persone hanno avuto la possibilità di farsi autografare album o di scattare una foto insieme. Io non potevo di certo far parte di questa cerchia ristretta e, per l’ennesimo anno consecutivo, sono tornata a casa a mani vuote.

Si decide così, con un paio di birre a carico, di spostarci verso la location del concerto nel tardo pomeriggio. La birra è sempre un ottimo rimedio per qualsiasi tipo di delusione.

Noel Gallagher

Foto: Auditorium Parco della Musica

 

Il concerto

Solitamente la data romana raccoglie  pubblico proveniente dal centro e dal sud Italia. Ma quest’estate, con le date di Taormina e Napoli, la gente del sud credo si sia distribuita diversamente. Ho notato un discreto calo di spettatori rispetto ai precedenti. Ma andiamo ai fatti.

Sono le 21 circa. Il sole non è ancora completamente tramontato che i Noel Gallagher’s High Flying Birds salgono sul palco e con “Fort Knox” danno inizio alla magia. E noi pronti ad urlare “You gotta get yourself together”.  

Si prosegue con i pezzi dell’ultimo  Who Built The Moon? ed i precedenti due dischi. Mentre Liam a Milano ha ripercorso buona parte dei pezzi storici degli OasisNoel Gallagher lascia pochissimo spazio ai ricordi. Il pubblico, sicuramente più nostalgico del musicista, si scatena proprio su quei brani lì.

Infatti, è con “Little By Little”, seguita da “The Importance of Being Idle”, che la folla impazzisce ed iniziano i cori. Si tenta di riportare il passato in auge cantando forte su pezzi come “Don’t Go Away”. Ma Noel Gallagher non si scomoda. Lo sapevamo. Non è per questo che lo amiamo così tanto?

Ad un tratto, grazie a vari spintoni sono volata in prima fila. A pensarci, sembra quasi un deja-vu del concerto degli Arctic Monkeys di circa un mese fa: io che mi ritrovo da sola alle prime file per puro caso. È vero che stare con gli amici ad un concerto è bellissimo, è fantastico. Un momento di condivisione unico.

Stare da soli, però, è un’emozione diversa. Si sta con la testa concentrata sul palco e non si pensa a nulla. Nessuno può distrarti, neanche per un secondo. La gente potrebbe picchiarsi e sentirsi male intorno a te e potresti non accorgertene. Qualsiasi tuo problema per poco meno di due ore viene d’improvviso accantonato.

Noel Gallagher

Foto: Auditorium Parco della Musica

 

Esattamente in questa circostanza, con la commozione facile, Noel Gallagher è solo sul palco, prende la chitarra ed intona “Dead in The Water”. Senza dubbio la migliore canzone che abbia scritto negli ultimi dieci anni.

Nonostante le infinite date di questo tour, la band è in formissima. Le mie attenzioni per tutto il concerto sono andate a Charlotte Courbe. Immagino sappiate tutti che è la migliore “forbiciaia” del pianeta.

È “AKA..What a Life” la canzone prima della pausa. E io lì ho sorriso pensando a quanto sia vero, a quanto i concerti ti migliorino la vita.

Sono solo quattro i brani post-pausa. Tra questi “Go Let it Out” e “Don’t Look Back in Anger”. Ed è lì che sicuramente abbiamo perso tutti la voce.

La band si congeda con una cover dei Beatles “All You Need Is Love” ed un “Bye Bye, Rome” di Noel Gallagher a noi. E così torniamo a casa tutti un po’ più felici.

Sì, ma come è stato il concerto?

Avete letto tutto questo sproloquiare ed ora vi state chiedendo cosa  penso del concerto. Lo so, mi dispiace, quando inizio a parlare dei fratelli Gallagher poi divago facilmente.

È la terza occasione che ho di vedere live Noel Gallagher e sicuramente non sarà l’ultima. Eppure, ogni volta sembra la prima. La band è stata ad un livello superiore rispetto ad anni fa. Non solo per la presenza di Gem Archer e Chris Sharrock, ex membri degli Oasis, quanto per l’armonia tra tutti i componenti che non avevo notato le scorse volte.

Il concerto è stato fantastico. Più emozionante di quanto mi aspettassi. Ancora una volta, Noel ha salvato una mia pessima giornata, senza neanche saperlo. Rivederlo ogni volta è sempre speciale. Ci si sente come a casa, con qualcuno che conosci da tempo immemore.

Noel Gallagher si conferma ancora una volta come una delle poche certezze della mia vita. E mentre lo sto scrivendo ho un sorriso a 32 denti.

 

Assunta Urbano

 

Assunta vive a Roma ed è laureata in Lingue, Culture, Letterature,Traduzione presso La Sapienza. È una divoratrice di musica (specialmente britpop anni ’90) ed un'assidua frequentatrice di concerti. Ama i film tragicomici, legge libri classici, viaggia per il mondo, ma soprattutto mangia tanta tanta pizza.

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