L’1 settembre del 1902 debuttava il primo film fantascientifico della storia: Viaggio nella Luna.
Viaggio nella Luna è un film muto prodotto 116 anni fa, in bianco e nero, dal regista, attore e illusionista francese Georges Méliès. La pellicola dura circa 13 minuti e si ispira ai romanzi di quelli che sono considerati i due padri del genere fantascientifico: “Dalla Terra alla Luna” di Jules Verne e “I primi uomini sulla Luna” di H. G. Wells.
Una delle scene iniziali – la navicella spaziale che si schianta nell’occhio della luna – è diventata ormai una delle immagini simbolo della storia del cinema.
TRAMA
Durante un congresso, un gruppo di astronomi decide di compiere un viaggio verso la Luna. Una volta costruita una navicella a forma di proiettile, si fanno sparare da un cannone e atterrano direttamente nell’occhio della luna, provocandole un visibile nervosismo. Lì vengono catturati dagli abitanti del luogo, che li portano dal loro Re. Dopo alcune peripezie riescono a sfuggire e a far precipitare la navicella giù verso la terra, dove, cadendo in mare, vengono salvati e accompagnati in un porto vicino.
TECNICHE ED EFFETTI SPECIALI
Il film costò la notevole cifra di 10.000 franchi, spesi soprattutto per i costumi e per le scenografie dipinte a mano. Fu girato con una telecamera fissa, quindi il punto di vista dello spettatore era sempre lo stesso. Ciò che cambiava era lo sfondo. Le scene venivano poi inanellate le une alle altre per comporre la storia. Questa era la tecnica del “film a quadri”, utilizzata già precedentemente da Méliès per altri lungometraggi.
Le inquadrature non erano perfette, spesso tagliavano fuori degli elementi sui lati, poiché le cineprese non erano provviste di mirino. La riuscita del lavoro, di conseguenza, dipendeva esclusivamente dal buon senso e dall’esperienza dell’operatore.
Il ritmo della storia è piuttosto veloce e dinamico e la scenografia cambia di volta in volta dopo poche decine di secondi. Il cinema all’epoca era utilizzato esclusivamente come mezzo d’intrattenimento. Ecco perché ci si concentrava maggiormente sugli effetti speciali, costumi e scenografie, piuttosto che sulla trama. Lo scopo era far divertire lo spettatore, anziché farlo riflettere o cercare di trasmettergli un messaggio, come invece usiamo fare oggi.
Le scene senza commento sonoro o didascalie risultano a volte di difficile comprensione. Il pubblico dell’epoca però era aiutato dall’imbonitore, cioè una persona fisicamente presente nella sala che spiegava o cercava di colorire con delle battute il senso della storia mostrata. Questa figura sparì gradualmente con le rappresentazioni cinematografiche successive.
PRIMO FILM DELLA STORIA SOGGETTO A PIRATERIA
Viaggio nella luna fu la prima pellicola di finzione cinematografica a riscuotere un successo mondiale, ma anche uno dei primissimi casi di pirateria. Agenti di Thomas Edison corruppero il proprietario di un teatro di Londra per farsi rilasciare una copia del film, dalla quale Edison stampò a sua volta centinaia di altre copie e le fece proiettare a New York, senza pagarne i diritti.
GEORGES MÉLIÈS E LA NASCITA DEL MONTAGGIO
Con l’invenzione del cinema trascorse poco tempo prima che la gente cominciasse a desiderare qualcosa in più che osservare la semplice vita reale di tutti i giorni. Le persone volevano divertirsi, volevano situazioni inaspettate, essere stupite, e in questo Méliès era bravo, essendo lui un illusionista oltre che regista ed attore. Nei suoi film le leggi della natura sembrano annullarsi per far spazio ad un mondo affascinante e immaginario, dove la libertà era totale e le possibilità infinite.
Oggi viene considerato il padre del cinema fantastico e fantascientifico e degli effetti speciali, grazie ai mondi diversi che fu in grado di creare. Nel corso del tempo sperimentò e introdusse nuove tecniche nell’esperienza cinematografica, molte delle quali oggi sono ancora indispensabili.
Si dice che abbia scoperto il montaggio assolutamente per caso, filmando all’aperto a Parigi. “Ad un certo punto la cinepresa si sarebbe accidentalmente inceppata e poco dopo ripartita; nella fase di sviluppo poi Méliès si accorse con stupore che, arrivato al punto in cui stava filmando il passaggio di una carrozza, questa improvvisamente scompariva per far posto ad un carro funebre. Per quanto vero o falso, l’aneddoto sintetizza bene quello che sarebbe stato di lì a poco il senso del montaggio per Méliès, ovvero un trucco per operare apparizioni, sparizioni, trasformazioni, salti da un luogo all’altro, da un tempo all’altro, etc. Uno strumento, quindi, per mostrare metamorfosi magiche”.
GUARDA VIAGGIO NELLA LUNA:
Federica Brosca