Massimo Volume: Il Nuotatore è un simbolo in mezzo all’acqua

I Massimo Volume tornano con una formazione ridotta ai minimi termini. Ne Il Nuotatore le sfumature ideologiche sono imponenti ma mai ingombranti, sempre a complemento della narrazione. La formula continua a funzionare, ma soprattutto continua a raggiungere l’animo di chi ascolta.

Ho il piacere di parlarvi dei Massimo Volume e del loro ultimo disco, Il Nuotatore. La band bolognese ritorna sulle scene a distanza di sei anni dal precedente Aspettando i Barbari. La sensazione di chi sta scrivendo è riconducibile ad un lampo di gioia per qualcosa che “ritorna”.

La formazione stavolta è ridotta al minimo indispensabile. Lo zoccolo duro costituito da Emidio Clementi, Egle Sommacal e Vittoria Burattini ripropone lo stile inconfondibile che da sempre li caratterizza. Se da una parte la sostanza è coerente al passato, la forma è a monte più scarna e minimalista ma al contempo ricca e piena mentre giunge a valle. Mancano tanti strumenti relativi all’elettronica ed affini, ma le chitarre, e gli effetti su queste, hanno saputo giocare benissimo una partita non semplice. Non avevo dubbi sulla riuscita.

 

Massimo Volume - Il Nuotatore

Massimo Volume – Il Nuotatore | Foto di Luciano Leonotti, Concept a cura di Marcello Petruzzi

Il Nuotatore, disponibile dal primo Febbraio anche in vinile – versione limitatissima da 300 copie numerate a mano – per l’etichetta 42Records, è un disco post rock concettuale di nove tracce.

Anticipo solo che dal punto di vista ideologico, sia per forma che per contenuti, dovrebbe essere preso a modello sul come pensare, costruire e proporre determinate tematiche o elementi espressivi. Pensare che l’indie italiano lo ha come mission nativa e ci prova da anni, non riuscendoci, ma questa è un’altra storia. Il perno figurativo su cui tutto ruota, con qualche digressione, è ‘l’acqua’. I Massimo Volume porteranno il loro LP di storie e biografie in giro per l’Italia in un tour che partirà il 20 Febbraio dall’Auditorium Manzoni di Bologna. Altre informazioni sono reperibili dalla loro Pagina Facebook.

Massimo Volume - Il Nuotatore

Massimo Volume | Foto di Simone Cargnoni

MONTE…

Una Voce A Orlando è un racconto che parte da un fatto di cronaca, la sparatoria al night club Pulse di Orlando in Florida, e incontra se stesso in un parallelismo personale. La voce, da sempre votata al suggerimento narrativo, è il filo da seguire per non smarrire la strada di un’introspezione appena accennata ma sicura di ciò che mostra. Musicalmente si riconoscono alcuni dogmi essenziali dei Massimo Volume, ovvero, ritmiche mai articolate, basso come faro nella notte, al quale si riferiscono le chitarre che sono come anime libere nel loro ruolo di creare empatia.

La Ditta Di Acqua Minerale. La forza espressiva de Il Nuotatore è figlia principalmente delle storie che racconta. Il Racconto, senza usare altri inutili sinonimi, è più delle note, più della melodia, è il collante che artisticamente tiene insieme l’opera. Qui si tratta il tema del cambiamento, la vita che si trasforma tra le mani senza forse rendercene realmente conto. Mentre le chitarre con arpeggi poco distorti generano tensione, si scorge, in un angolo, il dualismo tra vita vissuta e sentimenti, cioè, ciò che vive e muta dentro noi stessi.

Amica Prudenza ricorda a tutti i lupi di mare (o di asfalto) che si può naufragare anche senza navigare, ed il monito è probabilmente auto inflitto. Leggibile tra le righe il tentativo di immaginarsi maggiormente risoluti di quanto evidentemente non si sia, convinti del fatto che le sensazioni più ferme danno sicurezza. Come detto poco più su, non è sempre necessaria l’elettronica (synth, tastiere, e così via), gli effetti vengono fuori sulle chitarre. Il riff isterico ma calmo nel suo essere non-rasserenante si contrappone agli arpeggi che sono canonicamente intesi come accomodanti.

Il Nuotatore. La titletrack sottolinea quanto sia presente e contestualizzata la funzione del basso dei Massimo Volume, un fattore che in un gruppo (ora) a tre non deve mai essere preso sottogamba. Difatti il buon Emidio vola sul quattro corde e gli accenti sincopati del pezzo scandiscono un’impronta ritmica coinvolgente. L’interpretazione del testo è un po’ meno semplice. Sembra essere di fronte ad una trasmutazione personale, la figurazione di ciò che subisce una metamorfosi ed attraverso questa riferisce quanto è ora diversa. La band sfrutta un aneddoto per mettere in scena quanto vissuto. Sul finire ci si ritrova attivamente partecipi, qualcosa nel racconto è successo, la musica vive e lascia vivere le emozioni di quello stato d’animo.

Massimo Volume - Il Nuotatore

Massimo Volume | Foto di Simone Cargnoni

VERSO VALLE…

Nostra Signora Del Caso. L’inspiegabile percezione di chi è ansioso che qualcosa lo afferri, per caso. In fondo neanche tanto ‘per caso’, il fervore è spesso onnipresente, da sempre stipato in un anfratto della personalità. Il brano è in tutto e per tutto un modo inusuale di alzare il braccio e gridare in silenzio “ci sono anche io”. Rincorrere affannosamente, seppur in modo velato, qualcosa che non ci appartiene del tutto ed accusare il colpo, ogni volta, quando il ‘caso’ ci evita o ce lo nega, ancora e ancora.

Ultima Notte Del Mondo. Il concetto della canzone è ben spiegato dallo stesso Emidio Clementi: “L’idea che il vero male – nella vita – sia il bene, a me non pare così assurda. I personaggi citati nel testo testo ne sono consapevoli. Per questo si riuniscono, terrorizzati all’idea di un mondo immerso nella luce.” Partendo da qui una sola convinzione continua a orbitare nel pensiero: senza buio non può esserci bene. La canzone è un vademecum di citazioni ed allegorie (reali) dove armonia e soluzioni tensive la fanno da padroni.

Fred. Qui gli autori alludono ad un’ipotetica passeggiata con il pensatore Friederich Nietzsche. Sono certo che la ‘I’ omessa nel nome dai Massimo Volume, il tedesco non l’avrebbe digerita. La canzone comincia ‘riflessiva’, non è un caso, ed il ¾ si sposa alla perfezione con le sensazioni che le note trasmettono. Oltretutto Nietzsche era un amante dell’opera e della musica in generale, ai suoi tempi il valzer era come la trap per i giovani d’oggi. L’intermezzo è suonato lasciando agli strumenti forse un po’ di spazio in più rispetto agli altri brani de Il Nuotatore. Sullo sfondo la città di Venezia, contenitore e contenuto di quello che si rivelerà un soliloquio intimo, ‘Fred’ è irreale. O almeno sembra. Ciò che è sicuramente vera è invece l’indole da problema psichiatrico, iperbolizzando. Il richiamo chiude comunque il cerchio col filosofo de “l’oltreuomo”.

Mia Madre & La Morte Del Gen. José Sanjurjo. Nuovo parallelismo. Stavolta sull’ipotetica bilancia ci salgono la madre dell’autore e il militare spagnolo Sanjurjo. L’ironia è tanta, pungente. Per chi non lo sapesse, Sanjurjo, morì in un incidente aereo causato dall’eccessivo peso che rifiutò di lasciare a terra. Forse armi e corazze da parata. Il generale avrebbe dovuto presenziare alla sua stessa nomina a Capo dello Stato, Luglio 1936, in seguito alla guerra civile di Spagna. I segni di contatto con l’altra storia sono tutti da scoprire. Li ometto solo per il piacere della ‘sorpresa’ da parte dell’ascoltatore. Si tratta della canzone più intellegibile del disco, decifrabile e orecchiabile. In minimi termini si dibatte sulla necessità dell’ostentazione, di qualsiasi natura, ed estremizzando si raggiunge la massima “se devi comandare, non puoi farlo come un morto di fame”. Ha senso da vendere.

Vedremo Domani conclude l’esperienza con il richiamo nostalgico alle sonorità anni settanta. Piccoli spunti che danno carattere ma che non snaturano il progetto dominante de Il Nuotatore. I Massimo Volume si congedano dal proprio pubblico con una canzone tutta improntata sul domani che verrà. L’unica consapevolezza certa è che, se qualcosa dovesse andare storto, potremmo ancora puntare il dito contro qualcun altro giustificando noi stessi, spesso colpevoli delle negatività che si inanellano sul nostro cammino.

RICAPITOLANDO

I bolognesi Massimo Volume ritornano dopo sei anni di silenzio con una formazione ridotta ai minimi termini. Il Nuotatore conferma la massima che recita “pochi ma buoni”. Le chitarre di Egle Sommacal, la batteria di Vittoria Burattini, il basso di Emidio Clementi e la sua voce da sempre così iconica, nel modo di cantare/recitare, hanno sopperito ogni ipotetica mancanza e reso l’LP un vero e proprio disco di concetto dove al centro ci sono le storie in esso raccontate. Le sfumature ideologiche sono imponenti ma mai ingombranti, sempre a complemento della narrazione. La formula continua a funzionare, ma soprattutto continua a raggiungere l’animo di chi ascolta.

Mario Aiello

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