Splendor: Il monumento al cinema di Ettore Scola

Il 16 febbraio 1989, nelle sale italiane, usciva Splendor. Una parabola sulla crisi del cinema che non si sa bene a chi imputare, e che sarebbe stata solo l’inizio di un futuro crollo della cultura e dei suoi luoghi.

Ettore Scola dirige Splendor subito dopo il successo mondiale di Nuovo cinema paradiso (1988), film con il quale le pellicola presenta più di una similitudine. Eppure la vera sfida di Scola fu mettere insieme due mostri sacri del cinema italiano, apparentemente distanti, come Marcello Mastroianni e Massimo Troisi.

La celebrazione del linguaggio cinematografico non solo unisce i personaggi centrali ma è la protagonista di questo film. Perché il cinema sta morendo, e da tempo ormai.

splendor ettore scola

DOVE E QUANDO / COME E PERCHÉ

 

Il film si apre con Jordan (Marcello Mastroianni) seduto su un tavolo, di fianco la locandina di Notte Italiana di Carlo Mazzacurati, che si lascia andare ai ricordi dei giorni che furono.

Jordan è un uomo la cui vita è stata interamente dedicata ai film. Cresciuto con il padre ed il suo cinematografo itinerante, durante il ventennio fascista, è diventato proprietario di un cinema di provincia, lo Splendor.

Sommerso dai debiti, si vede costretto a chiudere la sala per mancanza di spettatori. Dopo aver tentato invano di riportare la gente al cinema, accetta a malincuore le lusinghe di un commerciante, che vorrebbe trasformare la sala in un grande magazzino.

Durante la chiusura, rievoca i momenti salienti dello Splendor, legati ciascuno a particolari stagioni della storia del cinema e ad episodi importanti della propria vita privata.

Lo Splendor vive in un gioco di colori e bianco e nero, con una serie di flashback che ne ricostruiscono fasti e crisi.

La sala cinematografica (in un piccolo paesino dove sarebbe improbabile trovare Bergman o retrospettive di film sovietici) si trasforma in un campione di tutte le sale cinematografiche italiane. Offre una rassegna di capolavori del cinema italiano e internazionale, utili tra l’altro ad evidenziare il passaggio degli anni: da Il sorpasso di Dino Risi (1962) a La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946), da Effetto notte di François Truffaut (1973) passando per La dolce vita di Fellini (1960).

Uniti a Jordan e allo Splendor da legami affettivi e sentimentali, la cassiera Chantal (Marina Vlady) ed il proiezionista Luigi (Massimo Troisi). Quest’ultimo è un idealista, vive immerso nel mondo di volti di celebri dive e crede nei miracolosi colpi di scena cinematografici.

La sequenza finale chiude il film quasi a cerchio, con tutti gli abitanti del piccolo paese che accorrono allo Splendor durante i lavori di smantellamento e prendono posto nelle poltrone. Sulla scia delle immagini del film di La vita è meravigliosa di Capra, vediamo Jordan commuoversi al suono dei canti e delle carole natalizie. Cade la neve, anche se fuori periodo, ma solo perché queste cose succedono solo a Natale!

splendor ettore scola

QUANDO LA LEGGENDA INCONTRA LA STORIA, VINCE SEMPRE LA LEGGENDA

 

Splendor non è la nostalgica rievocazione di cinquant’anni di storia del cinema, ma un commosso e personale appello di lunga vita. Un toccante ritratto di una stagione cinematografica ormai conclusasi, di quando le sale registravano in platea “solo posti in piedi”.

Di certo non è un’idea nuova questa di Scola. Molti altri registi hanno girato film con la stessa intenzione, come appunto Tornatore l’anno prima. Come regista, però, si è sentito in dovere di omaggiare a suo modo quel cinema che, malgrado tutto, non morirà mai.

Questo film, girato esattamente 30 anni fa, mette in scena la crisi del cinema con l’avvento della televisione. Oggi invece sono i numerosi siti streaming che ne stanno minando l’autorevolezza. Sembra assurdo come si stia ripetendo la stessa storia!

Ma ciononostante il cinema ha resistito, resiste e resisterà sempre.

“Nel cinema la gente non la devi far sognare imbrogliandola, devi dire la verità”.

 

Luciano Calandro

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