“Born In Italy”: un libro fotografico per temi sociali importanti

Si intitola “Born In Italy” il libro pubblicato dalla fotografa Carmen Sigillo: uno spaccato su temi sociali ad alto peso specifico documentato rigorosamente attraverso il bianco e nero e tagli fotografici caratterizzanti a fare da filo conduttore di tutto il volume. Una chiacchierata telefonica con l’autrice è stata la circostanza congeniale per disvelare l’elaborato e le sue tematiche portanti.

 

“Born In Italy”: fotografie di integrazione

La genesi di questo prodotto editoriale parte da lontano, dal 2016, quando a Castel Volturno venne fondato il collettivo di pallacanestro “Tam Tam Basket”, una leva gratuita allestita dall’ex campione della palla a spicchi Massimo Antonelli per dare opportunità a tutti, in un contesto difficile, di esprimersi nello sport. Purtroppo, questa squadra è finita nell’occhio del ciclone alimentando un dibattito politico drammatico: la squadra non era legittimata a partecipare ai campionati in quanto, di fatto, composta solo da stranieri, ragazzi che seppur nati in territorio italiano restano “bollati” quali figli di immigrati irregolari.

È la conseguenza della mancata attuazione dello Ius Soli: ho vissuto a stretto contatto le vicende della Tam Tam Basket, sacrificando tempo, energie e risorse per una causa che ho da sempre ritenuto sacrosanta. Alla fine è arrivata una piccola vittoria con la cosiddetta norma “Salva Tam Tam”, ma la strada da percorrere è ancora lunga sul piano sociale. Da qui nasce la spinta che mi ha portato a “Born In Italy”.

 

Born in Italy

Un crowdfunding dai risultati eccezionali ha reso concreta l’idea di Carmen Sigillo, che divide la propria quotidianità tra avvocatura e macchina fotografica. Non è raro, infatti, trovarla sottopalco in festival ed eventi di tutto il territorio regionale. Perché ogni attività viene vissuta come una missione, un impegno che trascende la mera professionalità.

L’idea del crowdfunding era finalizzata a mantenere una certa indipendenza di questo libro. Infatti è registrato con il codice ISBN, è a tutti gli effetti una pubblicazione ma ho preferito renderlo scevro da un editore per donare in beneficenza l’intero ricavato della vendita. Credo che “Born In Italy” abbia un animo combattivo: è stata una bella sfida completare la raccolta fondi per un prodotto di nicchia come può essere un libro fotografico. Sarà un’altra sfida riuscire ad evadere interamente la prima stampa. Ma sono pronta anche a questa nuova battaglia.

 

 

Nel dettaglio, il libro è una carrellata di scatti (200 nella versione finale, partendo da una prima scrematura di oltre 600 foto) in bianco e nero raccolti in oltre due anni di lavoro. Anni fatti di viaggi, sacrifici e dove c’è stata la possibilità di conoscere persone e situazioni sociali di evidente disagio; dove serve un aiuto concreto per dare sostegno. A supportare e plasmare la forma definitiva di “Born In Italy” hanno contributo Daniele Zendroni (per quanto riguarda la grafica) e Tiziana Faraoni per l’editing.

Sono persone che hanno dato un contributo determinante: l’editing è una fase molto delicata e Tiziana è stata bravissima a mantenere un occhio “terzo” ma allo stesso tempo immergersi con empatia nel mio racconto visivo. Quando togli una foto dall’editing è come se togliessi un “pezzo” di chi ha fotografato, ma è una dinamica necessaria perché se facessi questa scrematura in prima persona rischierei di includere foto alle quali sono legata ma che in un discorso generale rischierebbero di rendere di meno. Inoltre, tendo ad essere molto autocritica verso le cose che faccio: è una bella sensazione sentirsi, questa volta, totalmente soddisfatti di quanto creato.

Born in Italy

Un libro che si presenta in forma atemporale: rispetto ad altri progetti fotografici, che vivono necessariamente nella cornice cronologica segnata dal contesto, “Born In Italy” si può aprire ad anni e fasi di vita eterogenee.

Il progetto parte qui a Napoli ma non escludo ci siano ulteriori evoluzioni. Devo studiare una corretta impostazione e forma per rendere “Born In” un concept che sia flessibile. Nonostante i tempi si siano protratti per due anni, quello dell’immigrazione è un settore dove molto è ancora “sommerso” e necessita della giusta luce per portare ad un’ampia sensibilizzazione.

Le prefazioni sono affidate ad addetti ai lavori di alto cabotaggio, del calibro di Francesco Cito, Mario Spada e del professore Luca Bifulco. Ora che l’Italia sta sbloccandosi dalla morsa del Covid, l’auspicio è che si possa tornare a vivere presentazioni editoriali degne di tal nome nel pieno rispetto delle norme di sicurezza; nel frattempo, “Born In Italy” raggiunge tutti attraverso i canali digitali e la grande forza d’animo di Carmen Sigillo.

 

Giandomenico Piccolo

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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