Finalmente Chiara Lobina ha deciso di regalarci un prodotto (quasi) completo. La cantautrice genovese classe 1991 si è dimostrata una fine cercatrice di rarità personali e introspettive, mirate all’osservazione dell’io meno battuto. Tradurre tutto ciò in musica ha evidentemente richiesto parecchio impegno. Per mettere assieme le cinque canzoni che compongono il suo EP di debutto (solo formale), dal titolo Clorofilla, ci sono voluti anni. Senza contare il singolo Aliante del 2017, escluso dalla selezione in oggetto.
Eccoci dunque, Clorofilla è disponibile dal 12 Giugno, già anticipato dall’uscita del singolo Molecole un mese prima o giù di lì.
Chi è Lobina? Fughiamo qualche dubbio osservando Chiara.
La carriera artistica di Chiara Lobina assume forma concreta in età non proprio giovanissima, considerando l’innata vocazione, gli studi in materia, una vita praticamente spesa con la chitarra tra le braccia e il microfono in prossimità delle labbra.
Il percorso di ricerca di stile e tematiche, da mescolare con la propria vena artistica, è stato seguito dall’autrice come una lenta e poco esposta esplorazione. Le prime fruttuose esperienze (notevoli) non più lontane di un lustro. Ora il primo EP. Il titolo non concederebbe la metafora, ma se fossimo in una gara automobilistica si direbbe sia giunto il momento di mordere l’asfalto. Mettiamola così, in onore alla Clorofilla: è tempo che i fiori diano i loro frutti. Ci siamo!
Difficile trovare un’etichetta che cataloghi a freddo il genere di Lobina. Siamo nel mare magno del pop, con sfumature soul, quel che basta a matrice electro-qualcosa che è sicuramente venuta fuori dal summit di produzione della raccolta, più dei sentori nostalgici di grandi interpreti (ed autrici) italiane degli ultimi anni. Insomma, non ce n’è per tutti ma il materiale offerto può flettersi in un piccolo ventaglio di decodificazioni, mantenendo solida coerenza, soprattutto in visione del futuro LP che deve per forza arrivare presto. Anzi, prestissimo. Lucida esortazione.
Lobina cristallizza cinque canzoni per cinque momenti: L’EP Clorofilla traccia dopo traccia.
Si comincia mentre siamo contigui pressoché alla conclusione. Come nei film, prima del lungo flashback.
Precipitare descrive la condizione sensibile dopo la caduta dell’ultimo argine. L’impeto innesca il vortice di cose-non cose fatte, pensate, accennate, perse, dimenticate o solo cercate. Sul ciglio di un baratro sentimentale che trascende verso la pura coscienza, tirati indietro dal profondo desiderio di reagire e non lasciarsi cadere, proprio un attimo prima di perdere l’equilibrio. Musicalmente protagonista è la bella voce, educata e precisa di Lobina che sfrutta le sue doti per far leva sull’emotività della melodia. La struttura canzone è lievemente smorzata dalle scelte di produzione. Qui con elementi antitetici nei confronti della cognizione canonica che con superficialità potremmo accostare al timbro e alla linearità della lirica. Il bello dei buoni esperimenti è che portano solo cose buone: ben vengano synth, drum machine e tutto il resto.
Nel brano precedente si accenna agli atomi. La numero due di Clorofilla si intitola Molecole. Non sarà mica un caso? No. Ma niente paura, non serve la laurea in chimica. Stavolta la traduzione sonora è meno “audace” ma altrettanto efficace. Molecole è l’idealizzazione di ruoli mai realmente stabiliti. Quel che accade da una delle due parti della coppia e come vengono descritte magari in modo del tutto arbitrario da quella opposta. Ci passiamo tutti almeno una volta nella vita.
L’EP ha pure un featuring. Si tratta di Marcello Putano degli España Circo Este e la canzone invece è Leggera. Di nome e di fatto. È il turno degli strumenti davvero suonati come chiunque riesce a decifrarli: chitarre, basso, batteria, tastiere. L’intestazione non è solo una presa di coscienza ma anche un suggerimento. Giunge prima o poi il momento di abbandonare definitivamente le proprie frustrazioni, quelle infide, cioè quelle auto inflitte. Il passo per la “leggerezza” è breve, trovando conforto nelle sensazioni positive, magari senza starci a pensare troppo. Con sommo dispiacere devo sottolineare che purtroppo il feat. è totalmente trascurabile. Mi aspettavo il quid in più che non è arrivato. Lobina, senza Marcello, non avrebbe perso nulla.
Distanze. Chi non ammette di bramare con ardore la sensazione di completezza derivante dalle certezze accolte nell’animo del proprio partner, mente sapendo di mentire o è un narcisista patologico. La malinconia di colui/colei che vorrebbe essere “altro” ma altro non è. Il “vicini ma lontani” che ha compilato migliaia di pagine di romanzi e talvolta ha anche fatto letteratura. Non c’è molto altro su cui disquisire, se non ricordarsi che quando perdiamo tutto, ci restano le nostre di certezze. Un valido sprone per ripartire.
Conclude l’esperienza un sussurro. Caos è meno canzone delle altre, condividendone la forza espressiva. Il caos è disordine, chiaro, eppure tanti sanno orientarsi meglio e in modo più efficiente proprio nella confusione. Ne deriva un messaggio scomposto, al quale è necessario dedicare del tempo per decifrarne gli aspetti pregni di pathos. Ne vale la pena.
Una Clorofilla per la fotosintesi.
Cara Chiara Lobina, Clorofilla è un palliativo. Lo sai tu, lo abbiamo compreso noi ascoltando le canzoni che gli danno forma. Ribattere determinati concetti può risultare antipatico, sconveniente, ma è tempo di raggruppare ogni idea al fine di dargli la migliore impronta artistica possibile e portarla alla “vita” attraverso la pubblicazione di un LP. La strada intrapresa è quella giusta, le doti non mancano. Cosa aspetti? Il sole è altro e la Clorofilla ce l’hai.
Mario Aiello