Pubblicato in Italia con il titolo “Mi ammazzo, per il resto tutto OK“, il romanzo dello scrittore statunitense Ned Vizzini è la base per 5 giorni fuori (It’s Kind of a Funny Story), il suo adattamento cinematografico del 2010, diretto da Ryan Fleck e Anna Boden.
Nel cast troviamo alcuni nomi importanti del panorama cinematografico degli ultimi anni come Keir Gilchrist, nel ruolo del protagonista Craig, Zach Galifianakis nel ruolo di Bobby, ed Emma Roberts, nella parte di Noelle.
5 giorni fuori – La Trama
Craig è un adolescente e come tale ha una montagna di ansie, pressioni e problemi tutti sul groppone. È sul punto di diplomarsi in una prestigiosa scuola per uomini d’affari, scelta dal padre. Si iscriverà in una rinomata università, scelta, ovviamente, dal padre. Gli amici che ha intorno sembrano riuscire con semplicità e naturalezza in faccende in cui lui ha difficoltà. Ma il suo nemico più grande è egli stesso. Si spinge continuamente a voler trovare una serie di vie d’uscita che lo conducono addirittura a prendere in considerazione il suicidio.
Sta per compiere un atto estremo quando un’apparizione sventa il drammatico gesto. Immagina la moltitudine di ansia dei suoi parenti che fanno notare alcune delle sciocche conseguenze del suo gesto.
Decide quindi di recarsi all’ospedale sperando in una prescrizione di antidepressivi. Qui verrà però internato per 5 giorni nel reparto psichiatrico per adulti, dove entrerà in contatto con alcune persone afflitte dai più disparati problemi, tali da renderli pericolosi per la società, o comunque incapaci di viverci. All’inizio, spaventato, si dice guarito, ma i cinque giorni sono obbligatori e quindi ha due alternative: o barricarsi in una stanza insieme ad un egiziano, che non si alza mai dal letto, oppure inserirsi nella routine del reparto. Opta per la seconda ed inizia, così, a conoscere le storie degli altri pazienti, nutrendo particolare interesse per quelle di Bobby e Noelle.
Un film originale, riflessivo e piacevole, che fa un lavoro sorprendentemente intelligente nell’evitare i luoghi comuni della commedia da reparto psichiatrico. Non ha nessun risvolto drammatico ma, al contrario, cerca di gettare una luce più ampia sui problemi della persone e su quanto possano sembrare insormontabili. A volte basta solo trovare le persone adatte che riescono a farci aprire gli occhi in modo da permetterci di guardare le cose dalla prospettiva giusta
Film consigliato a chi ama la musica e a chi ha bisogno, o voglia, di respirare a fondo e scrollarsi via di dosso i problemi almeno per 109 minuti.
-Craig: “Ti piace la musica?“
-Noelle: “Ti piace respirare?”
P.S. :”Signore, dammi la forza per cambiare le cose che posso, il coraggio per accettare le cose che non posso cambiare, la saggezza per capire la differenza.” Ma perché diamine It’s a kind of a funny story è diventato 5 giorni fuori io non riesco a capirlo.