The Place : vite e desideri ruotano intorno al tavolino di un bar

The Place è l’ultima fatica di Paolo Genovese che rompe ancora una volta i canoni del cinema all’italiana partendo da una serie televisiva drammatica (The Booth at the End), riadattandola per portarla sul grande schermo. 

Similmente a quanto narrato nella serie tv, anche nel film di Genovese tutto ruota intorno al The Place, un bar romano in cui vi è,  seduto sempre al medesimo tavolino, un uomo misterioso  che esaudisce i desideri delle persone che richiedono il suo intervento. Un angelo, un filantropo, un genio della lampada o un’entità messa lì dall’alba dei tempi per aiutare gli esseri umani?

Nulla di tutto questo. L’uomo (Valerio Mastrandrea), dall’aspetto cupo e triste, a cui i protagonisti in sequenza si rivolgono, propone una serie di compiti che, se svolti correttamente – e solo se svolti correttamente – , porteranno all’esaudimento del desiderio. Nulla di strano fin qui. Un fantasy dal sapore antico, magari nella norma, ma allora perché nella mente di chi ci ha a che fare maturi l’idea che questo benefattore sia più un diavolo travestito da uomo, o un mostro sotto mentite spoglie?

The Place

Trailer 

I compiti richiesti ai protagonisti sono tali da spingerli al limite per far capire loro se davvero tengono al proprio desiderio più di ogni altra cosa. Ed è proprio intorno alla domanda “cosa sei disposto a fare per realizzare il tuo desiderio?” che ruotano tutti gli scambi di battute. Una messa alla prova, insomma, un scambio che pressuppone uno scontro interno che porterà a conseguenze inaspettate. 

The Place rappresenta una sfida al seguito di “Perfetti Sconosciuti”, in quanto l’intera ambientazione è circoscritta intorno al tavolino di un bar, dove l’uomo misterioso accoglie gli avventori recatisi lì per chiedere aiuto o raccontargli gli sviluppi del compito assegnatogli. Questi ultimi trovano dall’altra parte una persona straordinariamente pacata, ma avida di dettagli e particolari, quasi a voler vivere egli stesso l’azione al di fuori di quella vetrina. L’uomo è sempre lì ad ascoltare e frequentemente prende appunti nella sua enorme agenda nera, la stessa agenda da cui legge ed assegna tutti i più disparati compiti. Solo una donna (Sabrina Ferilli) è estranea a queste dinamiche. È la cameriera del bar, che  osserva e scruta ogni particolare utile a capire quale segreto nascondano quel tizio e quel continuo via via di persone.

A tenere incollati allo schermo è l’interesse che si sviluppa per tutte le trame che scaturiscono dall’assegnazione dei compiti, da cui prendono il via vicende che, in maniera diretta o collaterale, finiscono per intrecciarsi.

The Place è una meravigliosa lezione di psicologia che spiega come la natura umana, anche negli individui più benevoli, se minata dal desiderio, dall’egoismo, dal bisogno e dalla necessità, può diventare spregiudicata ed efferata, tanto da far passare, nel 90% dei casi, la razionalità ed il rispetto per il prossimo in secondo piano, mettendo a tacere anche le coscienze più agguerrite.

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Giuseppe Caturano

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