Da Tiffany a sangue freddo: Nasceva 94 anni fa Truman Capote.

Truman Capote, scrittore, sceneggiatore e attore statunitense, nasceva a New Orleans il 30 settembre 1924. Oggi avrebbe compiuto 94 anni. Per ricordarlo vi raccontiamo la storia di uno dei suoi capolavori più controversi.

Truman Capote

 

Molti di voi conosceranno Colazione da Tiffany, film del 1961 tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote, con la raffinata ed elegante Audrey Hepburn. Ma quanti di voi conoscono la storia che si nasconde dietro l’autore di questo libro?

Com’è possibile essere catapultati dalle vetrine delle gioiellerie di New York all’omicidio di una famiglia di agricoltori avvenuto in Kansas nel 1959? Tutto questo e molto altro vi sarà chiarito nella pellicola del 2005 di Bennett Miller: Truman Capote – A sangue freddo.

CHI ERA TRUMAN CAPOTE

Truman Capote, pseudonimo di Truman Streckfus Persons, è stato uno scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e attore statunitense.

Genio della letteratura già in tenera età, contraddistinto da una mai celata omosessualità e da spiccati modi effemminati, sempre presente nei salotti mondani di New York con un bicchiere in mano a fare conversazioni intellettuali con i suoi amici del jet set: Jackie Kennedy, Humphrey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol.

Visse un’infanzia difficile a causa dell’assenza del padre e della sconclusionatezza della madre, che lo chiudeva a chiave fra una stanza d’albergo e l’altra, mentre lei passava il tempo ogni volta con un uomo diverso. L’unico conforto fu l’amica Nelle Harper Lee, diventata famosa per il libro Il buio oltre la siepe, in cui Truman appare ritratto nel bambino Dill.

Cominciò la sua gavetta come fattorino del New Yorker, fino poi alla pubblicazione del primo romanzo Altre voci, altre stanze, nel 1948.

Truman Capote

Oggi, ai più, viene ricordato per aver scritto Colazione da Tiffany nel 1958, diventato poi un classico della letteratura. Il punto più alto della sua carriera, però, è stato raggiunto con il romanzo A sangue freddo, ispirato ad un caso di cronaca realmente accaduto: Lo sterminio di un’intera famiglia del Kansas, avvenuto per mano di due assassini nel 1959.

A sangue Freddo

Lo scrittore lesse per caso la notizia sul giornale e ne rimase colpito. Decise così di abbandonare lo sfarzo newyorkese per recarsi sul luogo del delitto e documentare come la piccola città avesse reagito all’accaduto. Quello che doveva essere inizialmente solo un reportage per il New Yorker, si trasformò in un lungo lavoro di ricerca durato sei anni, che diede vita ad un romanzo diventato poi il capostipite di un nuovo genere letterario: Il romanzo documento, o romanzo verità.

Per farlo, Capote passò molto tempo a contatto con i due assassini, in particolare con uno dei due, Perry Smith, scoprendone il lato umano e finendo, forse, per innamorarsi di lui. Così Truman si trovo difronte ad un bivio: aiutarlo ad evitare l’imminente pena di morte o rimanerne spettatore esterno, sancendo la fine della vicenda e pubblicando un libro che avrebbe cambiato la storia.

Da quest’avvenimento sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici, tra cui, nel 2005, Truman Capote – A sangue freddo.

 Il Film

Kansas, 1959. I membri della famiglia Clutter, padre, madre e due figli adolescenti, vengono trovati assassinati nella loro fattoria, una grigia mattina di novembre. In un Salotto di New York, lo scrittore Truman Capote (Philip Seymour Hoffman) legge questa notizia sul quotidiano locale e ne rimane affascinato. Decide di recarsi sul posto insieme all’amica d’infanzia Harper Lee, per documentare insieme le reazioni della piccola provincia di fronte alla crudeltà dell’atto, ma l’arresto improvviso dei due colpevoli, Dick Hickock e Perry Smith, rimescola le carte in tavola.

Capote comincia una fitta corrispondenza con i due assassini, in particolare con Perry, con il quale scopre una particolare affinità. Lo scrittore fa di tutto per farsi rivelare la verità sul caso, finanziando un avvocato che,  attraverso una richiesta di appello, allontanerà sempre di più il momento della pena di morte. Lo scopo di Truman è avere più tempo da passare con Perry, e farsi raccontare una volta per tutte cosa accadde quella notte.

Truman Capote

FOTOGRAFIA, ATTORI E PREMI

Fotografia

La fotografia di Adam Kimmel mostra perfettamente il paesaggio asettico e desolato delle fattorie del Kansas. Il buio, il colori freddi e lividi, il silenzio. Poi, d’improvviso, come quando al mattino apriamo gli occhi per la prima volta, ecco la luce quasi accecante della Costa Brava, dove Capote si ritirò a redigere il romanzo nella casa che condivideva con il compagno dell’epoca Jack Dunphy.

Il cambio di scena e il passaggio fra buio e luce sembrano sottolineare il distacco quasi autoimposto di cui Capote aveva a volte bisogno per non lasciarsi trascinare troppo nella vicenda.

Attori e premi

Costantemente in primo piano, al centro di tutto, la performance assolutamente perfetta di Philip Seymour Hoffman. L’attore ha saputo stupire tutti, interpretando brillantemente un personaggio così complesso come Capote, in cui tutto è particolare e unico, dai movimenti, alla risata, al tono lento e sottile della voce. Grazie alla sua prestazione, Hoffman si è aggiudicato ben 12 premi come miglior attore protagonista, fra cui l’Oscar e il Golden Globe.

Truman Capote (dopo) A Sangue Freddo

«Nella mia vita nulla sarà più come prima» dichiarò Capote in un’intervista. A sangue freddo non è stata solo una storia da raccontare, lui ne faceva parte. Quello che successe lo segnò irrimediabilmente, come persona e come artista. Il romanzo fu l’ultima opera completa da lui pubblicata. Tutto ciò che venne dopo furono esperienze attoriali (lo ricordiamo nei panni del proprietario di casa in Invito a cena con delitto, 1976) e frammenti di opere incomplete o di scarso spessore, come Musica per camaleonti: una raccolta di pettegolezzi sui divi del jet set newyorkese. Il romanzo gli costò l’amicizia di molti di loro, facendolo definitivamente approdare in una spirale di solitudine, alcolismo e tossicodipendenza. Morì di cirrosi epatica nel 1984.

Truman Capote

Truman Capote | Analisi di un rapporto

Che cosa ha potuto spingere l’uomo dei salotti di New York ad avvicinarsi emotivamente ad un assassino? Qual è il filo che unisce due mondi così diversi? La risposta si trova al di là di ogni apparenza. Truman Capote e Perry Smith avevano in comune molto più di quello che si potrebbe immaginare. La madre alcolizzata, l’assenza del padre, l’abbandono, la solitudine. Entrambi “buttati” nel mondo e cresciuti come alieni rispetto a chiunque li circondasse. La diversità delle loro vite sembrava avere radici comuni. Capote provò immediatamente un senso di empatia nei confronti di Perry, e ciò lo spinse ad ascoltarlo senza alcun pregiudizio, nonostante la particolare circostanza di cui l’uomo era protagonista. Viceversa, Perry non oppose alcuna resistenza nell’aprirsi con lui.

Di che natura fosse il loro legame nessuno lo saprà mai veramente, l’ambiguità del loro rapporto è sempre velatamente accennata e mai sottolineata con chiarezza, sia nel romanzo che nella pellicola di Miller. Che lo scrittore abbia provato amore nei confronti dell’assassino? Può darsi. Nessuna certezza. L’unica certezza risiede in un altro tipo di amore, quello che Capote provava per il suo romanzo. Il narcisismo brutale con il quale era in grado di distaccarsi emotivamente dai suoi sentimenti ai fini della creazione lo ha reso, a tratti, disumano più dell’assassino. Un pendolo continuo che oscilla fra la scelta di deviare le sorti del processo e quella di rimanere inerme, e lasciare che il corso degli eventi rendesse possibile la grandezza di questa storia.

A sangue freddo: quello servito a Perry per uccidere, a Capote per decidere, a noi per guardare.

 

Federica Brosca

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