Rising Phoenix è la l’incredibile documentario sulle Paralimpiadi distribuito su Netflix dal 26 agosto 2020. La data non è per nulla casuale se si pensa che, in situazioni normali e non contaminate dall’emergenza sanitaria, nello stesso giorno sarebbero iniziate le Paralimpiadi, rimandate al 24 agosto 2021.
Diretto da Ian Bonhôte and Peter Ettedgui e prodotto da John Battsek, Greg Nugent e Tatyana McFadden, il documentario ha come executive producers Andrew Ruhemann, Barnaby Spurrier, Dee Ryder, Richard Curtis, Barbara Broccoli, Godric Smith e Xavi Gonzalez.
Rising Phoenix intreccia la narrazione della nascita del movimento paralimpico alle storie di chi ne è o ne è stato parte integrante.
Esempio ne sono le tante testimonianze inserite, tra cui quella di Eva Loeffler, figlia di Ludwig Guttmannil medico neurochirurgo e neurologo che ne 1948 aveva creato i primissimi Giochi per disabili, poi utilizzati come moniti per i Giochi Paralimpici ufficiali svoltisi per la prima volta a Roma nel 1960 (e di cui a settembre si celebrerà il Sessantesimo anniversario).
All’inizio del docufilm, colpisce la citazione:
“Alle olimpiadi vengono creati gli eroi, alle paraolimpiadi arrivano gli eroi”.
Un attimo dopo inizia un viaggio di quasi due ore che analizza minuziosamente la definizione di “eroicità” facendo luce su come chiunque racchiuda un mondo che si adatta alla sua forma ed esistenza. Non il contrario.
Rising Phoenix, un docufilm che tutti dovrebbero vedere
Tutte gli sportivi citati Ellie Cole, Jean-Baptiste Alaize, Ntando Mahlangu, Tatyana McFadden Matt Stutzman, Jonnie Peacock, Cui Zhe, Ryley Batt non riportano una semplice descrizione del successo “nonostante” i “nonostante”. Smascherano, invece, l’errore della commiserazione, del pietismo, della – non sempre malpensante – concezione di essere superiori a chi non è normodotato.
In moltissimi momenti l’emozione toglie il fiato e ogni volta si ha la percezione di aver sempre sbagliato a porsi nei confronti degli altri.
Come le inquadrature spettacolari di Ellie Cole mentre danza in acqua, la trasformano in una matita che sposta le onde per farsi spazio e disegnare con delicatezza un’opera stra-ordinaria; le parole di Jean Baptiste Alaize, sopravvissuto alla guerra civile del Burundi del ’93 e accompagnate da video dell’epoca; le parole di Bebe Vio, la fenice radiosa, a cui qualsiasi commento non renderebbe giustizia.
Per questo (e per molte altre sorprese) Rising Phoenix è un docufilm che tutti dovrebbero vedere.
Santina Morciano