È da poco più di un mese disponibile in ascolto digitale “Mirror”, il disco d’esordio di Davide Damiano firmato da Apogeo Records.
Compositore, pianista e direttore d’orchestra; diventa arduo sintetizzare in poche righe le molteplici esperienze che ha collezionato l’artista partenopeo. In passato ha ricoperto il ruolo di fisarmonicista insieme a La Terza Classe; tale esperienza, ed i relativi concerti negli Stati Uniti, sono confluiti nel romanzo “Viaggio in Texas”, evidenziando come l’urgenza espressiva di Davide non si risolva solo nella scrittura su pentagramma.
La musica, in ogni caso, torna sempre a farla da padrone: durante il primo lockdown, in ambiente domestico, sono nate le composizioni confluite in “Mirror”, l’album che presenta alla scena musicale Damiano, sotto l’egida dell’etichetta napoletana ed il suo roster New Generation.
“Mirror” di Davide Damiano, un ascolto suggestivo
Il background fatto di Conservatorio e formazione professionale nel teatro musicale e nell’opera lirica tornano con una certa ricorsività nelle nove tracce formanti “Mirror”. La componente testuale viene azzerata, a favore di un totale focus sulle strumentali; l’arduo lavoro di dialogo tra fautore ed ascoltatore viene impostato solo attraverso le note e le emozioni che sanno trasmettere.
In tale ottica, Davide Damiano si rivela un creativo ponderato e sensibile, capace di introdursi ai timpani con discrezione. Il pianoforte è protagonista, condividendo le luci della ribalta, a seconda dei casi, con violino, violoncello, contrabbasso e pattern electro. Proprio sul piano delle collaborazioni, importante citare il contributo violinistico di Lino Cannavacciuolo in “Plague“, mentre la menzione d’onore tra i brani proposti è conquistata da “Fibonacci”. Se proprio bisogna prestarsi al gioco di sezionare un ascolto molto compatto ed omogeneo, ad emergere è un esperimento di musica seriale che strizza l’occhio alla psichedelia. Inesorabile nel suo incedere e foriero di riletture musicali che possono e devono essere ulteriormente sviluppate.
Perché Davide Damiano si propone al pentagramma con agilità, alternando nella tracklist episodi più leggeri a momenti di profondità e richiami introspettivi. All’ombra del Vesuvio si archivia una nuova proposta assolutamente lontana dai flussi commerciali che caratterizzano l’inizio di questo decennio. Proprio per questo, “Mirror” richiede attenzione (e la merita) ed una certa predisposizione ad ascoltare e a saper ascoltare (la differenza è sottile, ma decisamente importante).
In questo caso, cliccando “play” si è pronti ad imbastire un’esperienza d’ascolto che non deluderà. Basta avere la giusta predisposizione a lasciar volare la propria mente, tra leggerezze e suggestioni di un mondo e di un tempo al momento negatoci.