Junior Cally in terapia riabilitativa prima di pubblicare il nuovo disco

Si prospetta un periodo di lavoro sulla propria persona e sui problemi più introspettivi per Junior Cally.

A completamento della fase di produzione del nuovo album, intitolato “Un passo prima” e atteso per il 10 settembre, il rapper romano ha deciso di confrontarsi con alcuni fantasmi avviando una terapia di riabilitazione.

In rehab per dipendenze, disturbi mentali e comportamenti distruttivi: tutto viene spiegato direttamente da Antonio Signore (il nome dietro il moniker Junir Cally) attraverso un lungo post sui social.

Junior Cally rehab

Junior Cally – Le motivazioni della rehab

 

Perché “Un passo prima”? Perché ho deciso di fermarmi prima che sia troppo tardi, ho scelto la vita e ho deciso di respirare e di pensare alla mia salute mentale e non.

Questi sono stati due anni da incubo, dove tutti sapete che razza di inferno ho passato a livello mediatico. E non parlo “solo” del lockdown e delle difficoltà con le quali tutti abbiamo dovuto scontrarci nelle quattro mura di casa nostra. Pensavo di essere forte e solido a sufficienza per superarla facilmente e invece no, a distanza di quasi due anni mi ritrovo ancora qui a leccarmi le ferite. Non sono invincibile.

Senza girarci intorno: sono un alcolista e, come già sapete, soffro da anni di DOC (disturbo ossessivo compulsivo). Nei momenti più bui di questo ultimo periodo, dove il DOC tornava ad essere padrone della mia vita trovavo rifugio nel bicchiere. Il bicchiere mi era diventato amico, mi rendeva libero e mi disinibiva, mi dava la forza per fregarmene di tutto ed andare avanti. Da stordito non avrei mai acceso e spento la luce 4+4+2 volte.

Anche il sesso è diventato una malattia, una dipendenza da curare, perché anche quello è diventato compulsivo, incontrollabile, irrefrenabile. Dunque ho deciso insieme allo psicologo che mi segue da tanto tempo che l’unica soluzione è quella di isolarmi per un po’. E dopo aver chiuso il disco e il resto, insomma dopo aver fatto in anticipo tutti i compiti per le vacanze, ho deciso di pensare a me e alla mia salute e ho deciso finalmente che era arrivato il momento di curarmi.

Da sabato inizierò un percorso contro le dipendenze dove non potrò vedere nessuno che conosco, dove non potrò usare il telefono e dove ovviamente non potrò più bere. Andrò in un posto dove mi auguro di poter trovare le forze di guardarmi dentro, un posto in cui vomitare tutte le mie paure per liberarmene una volta per tutte.

Spero di riuscire a farvi incontrare una versione di me migliore, una persona che non accarezza la morte con un bicchiere in mano.

Queste le parole che chiariscono come nel titolo del disco sia insito il forte riferimento all’ultimo, travagliato, periodo.

La vita travagliata lontano dai riflettori.

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Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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