Denunciati i Nirvana per la copertina di “Nevermind”

Il nome di Spencer Elden risulterà pressappoco sconosciuto ai più, ma basterà accostarlo ai Nirvana per rendere tutto più chiaro.

È lui, infatti, ad aver posato sulla copertina di “Nevermind”, il disco della band di Aberdeen col bambino immerso sott’acqua ad inseguire la banconota da un dollaro. All’epoca dei fatti aveva circa quattro mesi, e nel corso degli anni la vicenda è stata più volte riportata.

Lo stesso Spencer Elden, per il venticinquennale del disco, ha ripetuto la posa, e nel frattempo ha anche tatuato sul proprio petto la scritta “Nevermind”.

Compiuti i trent’anni, la situazione sembra aver subìto stravolgimenti. È arrivata la decisione di fare causa ai Nirvana per quella che è, a tutti gli effetti, una delle più rappresentative icone visive del rock.

La denuncia ai Nirvana per la copertina di Nevermind

 

Spencer Elden afferma di non aver esplicitato il consenso per essere ritratto in quella foto, essendo praticamente un neonato all’epoca. Tale assenso non sarebbe arrivato neanche dai tutori legali; era stato il padre Rick a portare il figlio a Pasadena (California), location dello scatto realizzato dal fotografo Kirk Weddle.

Il danno permanente di cui ha sofferto include, ma non si limita ad esso, stress emotivo estremo e permanente con manifestazioni fisiche, interferenze col normale sviluppo educativo, perdita di guadagni, spese per far fronte a problemi medici e psicologici, perdita della gioia di vivere e altre perdite che saranno descritte e provate al processo.

Queste le motivazioni addotte da Spencer Elden, perorando che quella copertina si tratta di “atto sessuale a fini commerciali”. Inoltre, sembra che la promessa della band di coprire i genitali con un adesivo non sia stata mai mantenuta.

Ne consegue una causa legale che coinvolge, ad ampio raggio, gli ex membri ancora in vita dei Nirvana e Courtney Love (da erede di Kurt Cobain); non sono risparmiati il fotografo Weddle e l’art director Robert Fisher: a tutti è stato chiesto un risarcimento di 150 mila dollari.

 

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Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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