I Beirut tornano con l’album “Gallipoli” ed un live all’Alcatraz di Milano

A distanza di tre anni da No No No, tornano i Beirut, progetto artistico di Zach Condon, con un nuovo lavoro in uscita il prossimo 1 febbraio. Gallipoli è il titolo del quinto album in studio del gruppo americano, scritto e registrato negli ultimi due anni tra New York, Berlino e Lecce. 

Per celebrare il ritorno sulla scena, dal 10 febbraio partirà un tour internazionale che farà tappa anche in Italia, all’Alcatraz  di Milano, il 18 aprile.

I biglietti per l’unica data italiana saranno acquistabili a partire dalle ore 11:00 di venerdì 26 Ottobre. Una parte del ricavato verrà donato ad Hangarmusik per realizzare un programma di educazione musicale per i bambini rifugiati. 

Beirut

Beirut: Genesi di Gallipoli

Il progetto Gallipoli iniziò, nella mia testa, quando finalmente feci spedire il mio vecchio organo Farfisa dalla casa dei miei genitori a Santa Fe, NM a New York.

Zach Condon venne in possesso dell’organo in questione durante un impiego presso il Center For Contemporary Arts, uno spazio artistico ed espositivo di Santa Fe. Lo aveva lasciato in magazzino un tastierista di un circo itinerante poiché alcune tasti avevano smesso di funzionare.

Zach lo portò a casa sua e nei successivi tre anni si dedicò anima e corpo alla scrittura di canzoni. Ne tirò fuori un bel numero di brani, molti dei quali sono confluiti in Gulag Orkestar, primo album del 2006.

Anche una parte consistente di The Flying Club Cup (2007) è stata scritta interamente sul Farfisa, che volle con sé durante gli spostamenti a Brooklyn, prima, e a Westchester, poi.

Il viaggio in Europa e lo sbarco al Sudestudio di Guagnano (LE)

 

Iniziai a scrivere i primi brani di Gallipoli su quell’organo, nel tardo 2016, quando l’inverno stava per iniziare.

 

Presto quei brani iniziarono a prendere forma in maniera veloce e ispirata. Durante questo periodo, Condon si trovò a viaggiare avanti e indietro tra New York e Berlino frequentemente. Nella primavera del 2017, scrisse per altri sei mesi, spesso utilizzando una Korg Trident e altri synth ricevuti in prestito. Era convinto che entro l’estate di quell’anno avrebbe avuto abbastanza materiale per una lunga sessione di registrazioni. Invitò dunque i suoi compagni a raggiungerlo in Europa.

Paul Collins, bassista del progetto, durante il suo viaggio di nozze a Roma, aveva sentito parlare di un grande studio nella parte rurale della Puglia. Informatisi al riguardo, seppero che si trattava di uno studio lontano dal centro e ben attrezzato.

 

Io, Paul, Gabe e Nick, ci incontrammo nei primi giorni di ottobre del 2017 a Roma e prendemmo un treno diretto a Lecce, in Puglia, dove ci venne a prendere Stefano Mancas, il proprietario del Sudestudio, e ci portò allo studio in aperta campagna. Ben e Kyle ebbero complicazioni per via di impegni con altre band, quindi decisi con determinazione di occuparmi degli ottoni come facevo un tempo, vedendo cosa sarebbe successo.

 

Il mese successivo lo trascorsero tra sedute in studio (dalle 12 alle 16 ore) e gite sulla costa.

Una sera ci trovammo per caso nella cittadina medievale di Gallipoli e seguimmo una band di ottoni in processione dietro a preti che portavano la statua del santo patrono tra le strette vie del paese, seguiti da quella che sembrava l’intera città. Il giorno seguente scrissi in una sola sessione, facendo pausa solo per mangiare, il brano che sarebbe diventato “Gallipoli”.

 

Soddisfatti del risultato, passarono il resto del mese in Italia, ancora in studio a registrare la maggior parte dell’album. A fine agosto, tornati a Berlino e completate le parti vocali ancora mancanti, Gallipoli era pronto per vedere la luce.

 

 

Salvatore D’Ambrosio

Napoletano, curioso, estroverso, ama il sud e la sua gente, la buona cucina, la letteratura, il cinema, la musica, il calcio ed il mare. Adora viaggiare

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