Nowhere Boy – uno scorcio sull’infanzia di John Lennon

Molto di ciò che siamo è il risultato di ciò che la nostra famiglia è stata per noi. Così è stato anche per John Lennon, uno dei mostri sacri del rock, che oggi avrebbe compiuto 78 anni. Vogliamo celebrarlo analizzando una piccola finestra sulla sua adolescenza, aperta da Sam Taylor-Wood nella pellicola del 2009, Nowhere Boy.

John Lennon

Il film, che per la Wood è stato esordio alla regia, fa luce sul rapporto controverso che John ebbe con la madre e con la zia, e sul primo incontro con un giovanissimo Paul McCartney, raccontando di come tutto questo abbia contribuito a delineare la sua personalità e a creare quella che successivamente sarebbe diventata una pietra miliare nella storia della musica: I Beatles.

La storia, (tratta dal libro “Immagina: crescere con mio fratello John Lennon” scritto dalla sorellastra di John, Julia Baird) racconta quindi la genesi dei Beatles, ma solo indirettamente, sullo sfondo. In primo piano le avventure, le ragazzate e i tormenti di un’infanzia, che ci lasciano intendere quanto del John Lennon che conosciamo oggi sia dipeso dalla prima parte del suo vissuto.

Nowhere Boy | Trama

 

Liverpool, fine anni ‘50. John (Aaron Johnson) ha quindici anni e vive con gli zii Mimi (Kristin Scott Thomas) e George. È uno studente svogliato e insolente, e passa la maggior parte del tempo a fare marachelle con i compagni di scuola. Non sa nulla dei suoi genitori e non ne ha alcun ricordo, se non qualche flash che torna a trovarlo di notte, durante un incubo ricorrente.

Un giorno, dopo l’improvvisa morte dello zio George, conosce sua madre Julia (Anne-Marie Duff), e scopre con sorpresa che abita solo a pochi passi da casa sua. Tra i due nasce subito una forte complicità, ed è proprio Julia ad introdurlo alla musica rock. Comprata la prima chitarra, John forma un gruppo con alcuni compagni di scuola, The Quarrymen. Di esibizione in esibizione, il complesso cresce di popolarità e attira le attenzioni del quattordicenne Paul McCartney (Thomas Sangster), talentuoso chitarrista, che entrerà presto a farne parte.

John Lennon

Il rapporto fra John e la madre, donna vivace e piena di vita quanto sconsiderata ed emotivamente instabile, non è visto di buon occhio dalla severa zia Mimi, sorella di Julia, che al contrario, in tutti questi anni, non ha fatto altro che cercare di dare al ragazzo una formazione adeguata. Di dove sia il padre di John e del perché sia stato cresciuto da Mimi e non dalla madre naturale, nessuno osa parlarne mai. Un giorno, però, al compimento dei suoi diciassette anni, il ragazzo comincia a pretendere spiegazioni, facendo scaturire un doloroso ma necessario confronto fra le due donne, che finalmente gli riveleranno la verità.

ATTORI, COSTUMI E COLONNA SONORA

Attori

Raffigurare un personaggio così complesso e pieno di sfaccettature come John Lennon non è un lavoro semplice, soprattutto dal momento che è stato scelto dalla Wood come protagonista del suo primo approccio alla produzione cinematografica. Il rischio sarebbe stato quello di sconsacrare il mito che noi tutti conosciamo. Tuttavia, la regista non è andata a toccare ciò che Lennon rappresenta oggi per il mondo, avventurandosi quindi oltre il dovuto, ma ha fatto luce sull’origine di alcuni aspetti caratteriali formatisi da ragazzo, rimanendo così in un territorio più neutro.

L’attore Aaron Johnson, pur non assomigliando fisicamente al personaggio reale, è riuscito a rappresentare determinate caratteristiche della sua personalità: l’insolenza, la caparbietà, la tenacia, la sconsideratezza. Il genio e la creatività.

Oltre alla prestazione attoriale, è da apprezzare anche la capacità musicale, non solo di Aaron, ma anche di Thomas Sangster, che sapeva già suonare la chitarra, ma che ha dovuto imparare a farlo con la sinistra, per calarsi al meglio nei panni del mancino McCartney.

Nel ruolo della madre e della zia troviamo rispettivamente Anne-Marie Duff e Kristin Scott Thomas, che con la loro performance non hanno fatto altro che riconfermare una già nota bravura.

John Lennon

Costumi

Ciò che domina visivamente lo schermo è un perenne gioco di contrasti. Le due donne che si contendono l’amore del futuro musicista non potrebbero essere più diverse. Da un lato c’è Mimi, austera, severa e rigida, non solo nell’educazione dedicata al nipote, ma anche nelle emozioni che non lascia mai trasparire. Dall’altro vediamo Julia, eccentrica, frizzante, colorata, che alle emozioni si dà troppo, senza mezze misure, generando un continuo up and down che la priva della stabilità mentale che le servirebbe in quanto madre.

Questa diversità risalta anche all’occhio, nei colori e nell’abbigliamento. Mimi castigata, capelli ingessati, sempre in nero, persino l’unico tocco di colore negli occhi azzurri risulta freddo come il ghiaccio. Julia invece è una macchia di luce, capelli rossi, vestiti vivaci, sempre a cantare, a suonare, a danzare, in movimento.

Sullo sfondo un altro contrasto: il grigiore di Liverpool è interrotto dai colori caldi dell’arredamento delle case anni ’60, dove si respira l’atmosfera e l’ispirazione che hanno dato vita alle prime note del celebre cantautore.

Colonna sonora

Può un film ispirato ad un’icona del rock non avere un’adeguata colonna sonora? Ovviamente no. Ed ecco che anche qui torna il gioco di contrasti: dalla musica classica e conformista ascoltata dalla zia, si scivola al rock ribelle ed emergente apprezzato dalla madre. I put a spell on you, Maggie May, Be-bop-a-lula… Julia insegna al figlio a suonare il banjo, balla e canta con lui nel tempo che trascorrono insieme e gli fa conoscere il grande Elvis Presley, diventato presto uno dei miti di John.

 

ANALISI

Nowhere Man, brano musicale dei Beatles contenuto nell’album Rubber Soul (1965), si volta indietro, per trasformarsi in Nowhere Boy, titolo della pellicola, che gioca sull’età di Lennon ma rimane fisso sul termine Nowhere, “di nessun posto”. È così che il giovane John si è sentito per la maggior parte del tempo: appartenente a nessun luogo, inesistente. Sono questi i sentimenti di solitudine scaturiti dall’abbandono misterioso dei genitori. Un vuoto che permane dentro, inevitabilmente, nonostante l’amore dello zio George, venuto a mancare troppo presto, e la costante presenza, per quanto non molto affettuosa, della zia Mimi.

John Lennon

E come si colma un vuoto all’età di quindici anni? Come farebbe qualunque ragazzino oggi come negli anni ’60: fumando, bevendo, marinando la scuola e facendo a botte. Il quadro che la Wood ci fa del giovane Lennon è ancora lontano dall’immagine pacifica che abbiamo di lui oggi. John era un ragazzo ribelle, arrogante, immaturo, che si spostava da un punto all’altro della città sul tetto degli autobus con i suoi amici, all’insaputa dei conducenti. Ma nonostante questo, già all’epoca era caratterizzato da un complesso mondo interiore, che aspettava solo di trovare il canale giusto per uscire fuori.

Nel suo caso, i canali furono due. La madre Julia è considerata da molti come la sua più grande musa. È stata la scintilla che ha acceso in lui la passione, cambiando per sempre quello che sarebbe stato della sua vita. Dall’altro lato, l’indomabilità del suo carattere è stata addomesticata dal piccolo Paul McCartney, sensibile e composto, nemmeno lui esente da personali tragedie familiari. I due hanno canalizzato nella musica una forte esigenza espressiva, passando pomeriggi a casa di John, dedicandosi alla composizione di testi e melodie. Ecco nascere così il fulcro centrale dei Quarryman, che sarebbero diventati presto, dopo l’aggiunta di George Harrison (compagno di scuolabus di Paul) quelli che oggi conosciamo come Beatles.

«Il rock’n’roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l’unica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me».

John Lennon.

Federica Brosca

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