Nella seconda giornata dei Live ad X Factor 2018, tra conferme e delusioni, si va delineando il terzetto candidato al podio. Anastasio è un pericolosissimo outsider
Dopo il deludente esordio di Lodo al tavolo dei giudici e l’uscita di Matteo, la dodicesima edizione di X Factor torna con la seconda puntata dedicata ai live. Tema della giornata: Now, ovvero nelle assegnazioni i giudici procedono secondo il criterio della contemporaneità, pescando tra i brani pubblicati nell’ultimo anno.
L’obiettivo di Lodo è stupire, da sempre il suo marchio di fabbrica, anche se i risultati spesso si sono dimostrati discutibili.
Si inizia con medley di Sting, super ospite della serata, con i concorrenti che si guadagnano un gettone da corista alle spalle di un grandissimo artista. La puntata è divisa in due manche, con una prima tranche da 6 ed una seconda da 5 concorrenti.
Lodo sbaglia assegnazioni e danneggia i gruppi
Si parte con Luna, la mitragliatrice da campo (Agnelli dixit), che deve farsi perdonare l’esibizione un po’ “timida” della scorsa settimana. Manuel ha voluto alzare l’asticella assegnandole un mash-up tra brani di Cardi B e Ariana Grande. La giovanissima concorrente questa volta è bravissima a non deludere le aspettative. Nulla da eccepire riguardo la sua esibizione. A guardarla bene, però, suscita tanta tenerezza, poiché, mentre canta e balla, le si leggono negli occhi e sul viso tutti i sogni e le emozioni. La novella Cenerentola è tra le più belle ed indossa alla perfezione l’abito cucitole su misura per la festa. Speriamo che allo scoccare della mezzanotte l’incantesimo non svanisca.
Tocca poi a Leo Gassmann, che ha un piccolo problema da risolvere. Essendo cresciuto in ambienti asettici ed ovattati, ha bisogno di un contatto diretto col mondo reale, di uscire dal personaggio che si è costruito e sporcarsi le mani. È bravo e talentuoso, ma deve togliersi di dosso l’aria impostata che si porta dietro se vuole risultare credibile. Qualche progresso negli ultimi giorni c’è stato, e non è passato inosservato agli occhi dei giudici.
I Seveso Casino Palace venivano da un’assegnazione sbagliata. Per dirla meglio: una carta ben giocata in precedenza, che gli aveva consentito di superare con facilità le selezioni, ma che, riproposta ai bootcamp, ha iniziato a stancare. A questo si aggiunga un sound di gruppo ancora poco maturo, secondo gli altri giudici.
C’era da recuperare un po’ di terreno, insomma, per rimettersi in carreggiata. A peggiorare un quadro già critico ci ha pensato bene il buon Lodo, assegnando un mash-up con dentro Amore e Capoeira. Sì, avete capito bene. Solo un folle o un genio possono permettersi di optare per un azzardo del genere. Quando, invece, sei Lodo Guenzi la scelta facilmente ti si può ritorcere contro. E così è stato. Un dilettante allo sbaraglio.
Doveva essere una figata, è stata una tragedia. E non sono bastati il sorrisino beffardo e l’assunzione di responsabilità da parte del giudice bolognese. A fare le spese di questa genialità i poveri Seveso, che, per attitudine, sono tra i migliori di questa edizione. Peccato davvero
Per Naomi, invece, da Napoli arriva una gioia da condividere: la parmigiana. Never enough di Loren Allen è la cover che le viene assegnata. L’esibizione è impeccabile: potente, precisa ed emozionante. Come da copione. I giudici sono entusiasti della sua perfomance, e Fedez coglie l’occasione per candidarla alla vittoria finale. Come se non ci si fossimo accorti del potenziale dell’artista napoletana. Ma quello che balza subito all’occhio, al di là dell’evidente talento, sono i miglioramenti sul look. La cura X Factor sull’immagine sta dando buoni frutti, e sicuramente questa esperienza insegnerà molto alla nostra Naomi.
Martina Attili è senza dubbio alcuno il jolly di questa dodicesima edizione. Un talento particolare, fragile e diverso dal comune. Sulle note di Sober (Demi Lovato) non delude le aspettative dei giudici e del pubblico. Non occorre spendere tante parole su di lei. In questa esibizione conferma di essere una che se la può giocare fino alla fine. E con l’estro che si ritrova dalla sua sarà dura mandarla al tappeto.
I Red Bricks Foundation sono l’ultimo gruppo in competizione nella prima tranche. Anche qui un’assegnazione azzardata da parte di Lodo (Mashup tra Benassi e Quentin40/ Achille Lauro); a differenza della precedente, però, viene interpretata in maniera egregia dalla band romana. La scossa della scorsa settimana è servita ai ragazzi per fare squadra.
Al momento del verdetto parziale c’è un po’ di ansia sui volti dei concorrenti. Alla fine rimane il solo Lodo con le sue due band in gara. Un brutto colpo per il giudice che paga lo scotto di assegnazioni poco accorte. Al ballottaggio vanno di nuovo i Red Bricks.
Un Emanuele non al top si salva con un goal al 90′
Secondo Emanuele Bertelli, Zingarello di Ghali è un pezzo coerente con le sue influenze soul, trap e R’n’B. Non sono dello stesso parere i giudici dopo l’esibizione, ed in effetti la perfomance non è delle migliori. Il talento c’è ma bisogna coltivarlo bene. Un’occasione sprecata che fa infuriare Mara.
I Bowland ad X Factor partecipano esclusivamente per farsi notare, utilizzano al meglio la vetrina offerta dal talent per valorizzare un progetto artistico maturo, completo, che ha un’identità, sonora e di gruppo, definita e ben marcata. Stravolgono completamente No roots di Alice Merton al punto da render la cover decisamente molto meglio dell’originale. Hanno una marcia in più, al di là di come andrà a finire, sono tra le sorprese più belle delle ultime edizioni.
Renza Castelli questa volta affronta il palco senza chitarra, sulle note di Thunderclouds (LSD ft Sia, Diplo, Labrinth). L’esecuzione non è del tutto convincente, non entusiasma e nel complesso risulta abbastanza debole. Avrà influito anche l’assegnazione(?).
A Sherol Dos Santos Manuel assegna Rank & File di Moses Sumney, un brano decisamente difficile e non alla portata di tutti. L’artista romana supera la paura di non prendere il tempo e manda in delirio il pubblico. Questo accade quando un giudice ha ben chiaro da dove parti e dove vuole portarti. Il risultato è una meritata standing ovation. Sherol è una straordinaria interprete e continua a darne dimostrazione.
Mara, per concludere, sembra aver superato definitivamente l’iniziale fastidio nei confronti di Anastasio. Tra i due si può dire che sia sbocciato l’amore. Un amore artistico, si intende, quello che un coach cova nei confronti del suo allievo. Un talento particolare quello di Marco, che va coltivato e fatto esplodere. È questa la mission. E l’assegnazione (Se piovesse il tuo nome di Elisa) gli calza a pennello, perché mette in luce le doti comunicative del ragazzo. Il rapper di Vico Equense, infatti, aggiunge parole nuove al testo originale di Calcutta (non proprio un poeta in fatto di scrittura). E non è colpa di nessuno se il risultato è sorprendente sotto ogni profilo. Anastasio si diverte, elabora testi che si incastrano alla perfezione su altri diversissimi con la facilità con cui si sorseggia un caffè al mattino. È giovane e ha tanta strada da fare. Intanto, senza cattiveria e con una naturalezza disarmante, continua ad asfaltare buona parte dei compagni di avventura. A mio giudizio, per il tipo di proposta, e considerando i risultati delle edizioni precedenti, non è tra i canditati al podio, ma resto dell’idea che sia un pericolosissimo outsider.
Lo scontro finale sancisce un addio preannunciato
Prima del secondo verdetto, sul palco di X factor c’è la Dark Polo Gang a presentare il nuovo album Cambiare Adesso.
Il voto da casa manda Emanuele Bertelli al ballottaggio finale con i Red Bricks. Nello scontro entambi si esibiscono con i rispettivi cavalli di battaglia. I giudici non esprimono un giudizio definitivo (2 voti per entrambi), affidando dunque il verdetto finale al pubblico da casa. Dal tilt la spunta Emanuele.
Un risultato abbastanza prevedibile, forse anche figlio di assegnazioni discutibili e non del tutto appropriate. Lodo resta la grossa incognita di questa dodicesima edizione di X factor. Non ha il carisma e la presenza scenica di Asia, e le sue chiacchiere spesso risultano pesanti e fuori luogo anche per i suoi colleghi. Ha avuto la fortuna di arrivare al grande pubblico in poco tempo e senza grandi meriti. È giovane e ne ha di strada fare, con un po’ di umiltà potrà giovare di questa esperienza.
Salvatore D’Ambrosio