Ralph, da spaccattutto a Spacca Internet
Cos’è Internet? questa è la domanda che Ralph e Vanellope si pongono.
C’era un tempo in cui le persone, per ricercare qualcosa, passavano le ore probabilmente in una biblioteca o spostandosi da un posto all’altro. L’avvento del computer ha cambiato il modo di conoscere il mondo. “Cambiamento” è la parola alla base della costruzione di questo film, ed è il perno intorno a cui ruota la trama, mostrando la quotidianità nell’era della grande Rete. Ralph spacca Internet, sequel di “Ralph Spaccatutto” e 57° classico Disney, è un lungometraggio Disneyano atipico, ma classico nella morale.
Il desiderio di cambiare
A sei anni di distanza dal primo capitolo, Ralph Spaccattutto e Vanellope von Schweetz hanno stretto un’amicizia fraterna. Il tema del cambiamento è presente sin dall’inizio, quando Ralph apre una strada alternativa durante la gara di Vanellope, stanca della solita routine nel suo Sugar Rush. A causa di questa modifica, però, la giocatrice perde il controllo sulla strada e all’esterno lo sterzo rosa si danneggia. Il cabinato utilizzato non viene prodotto più da anni, ma le ragazze che stavano giocando nella sala giochi di Stan Litwak trovano su Ebay l’unico ricambio dello sterzo, ad un prezzo abbastanza alto.
Litwak non ha altra scelta che scollegare il videogioco, sfrattando di conseguenza tutto il regno di Sugar Rush. I due protagonisti decidono dunque di dirigersi verso il router Wi-Fi, che li trasferisce nel mondo di Internet.
Da qui nasce la nuova avventura di Ralph Spaccatutto, all’interno di questo luogo infinito: il World Wide Web.
La rappresentazione immaginaria dell’universo di Internet
La messa in scena del World Wide Web è stupenda e coloratissima. Ralph e Vanellope è come se interagissero con gli esseri umani, raffigurati sotto forma di piccoli avatar che popolano una città, ed in cui i banner e pop-up sono dei fastidiosi venditori truffaldini. Una vera e propria metropoli rappresentata in ogni minimo dettaglio da tutto ciò che la compone: Google, Facebook, YouTube, Amazon, IMDb, Pinterest, Instagram; passando addirittura per il dark web.
La pellicola si discosta molto dal precedente capitolo, abbandonando quasi del tutto l’universo videoludico. Nonostante ciò i due protagonisti si ritroveranno in Slaughter Race, un gioco misto tra Twisted Metal e GTA. Qui Vanellope conoscerà Shank (doppiata in originale dal Gal Gadot), il personaggio più forte del gioco, per cui nutrirà sin da subito una forte ammirazione.
Marvel, Star Wars e principesse Disney: citazionismo all’ennesima potenza
Ralph spacca Internet si lascia alle spalle gli omaggi agli anni ottanta, guarda al presente e dona una chiave di lettura più profonda, criticando velatamente l’utilizzo errato di Internet, in particolare dei social network. Il film esprime del tutto il post-modernismo, consapevole della potenza di mamma Disney, non fa mancare nessun riferimento pop, da Star Wars alla Marvel. Un’abbuffata di personaggi che, alla sola vista, fanno saltare di gioia ogni fan.
La genialità della pellicola sta nell’autoironia, soprattutto quella delle tanto amate principesse Disney (Mulan, Biancaneve, Ariel, Cenerentola, Elsa) ed il loro essere così maniacalmente canterine – come si risolve il proprio problema esistenziale? cantando. Le principesse si rivelano fondamentali per la trama e nello sviluppo del personaggio di Vanellope.
Cambia la formula, cambia il risultato
I registi Phil Johnston e Rich Moore si liberano dell’effetto nostalgia, vanno oltre, rendono perfettamente attuale un classico Disney. In questo capitolo Ralph è messo un po’ da parte, con Vanellope al centro del racconto; ciò giova ad una narrazione più precisa e delineata. Il cambiamento del rapporto tecnologia-società, dell’amicizia e di noi stessi sono temi sui quali riflettere e ci consegnano, forse, uno dei finali più malinconici di un film Disney. La critica è già divisa in due, probabilmente perché qualcuno si aspettava una leggerezza simile al primo capitolo. La formula cambia, ma secondo me, la grandezza di “Ralph spacca Internet” risiede proprio nel giusto equilibrio tra semplicità di linguaggio e maturazione.
Pur essendo rivolto prevalentemente ad un pubblico di bambini, alcuni messaggi sono comprensibili più da ragazzi ed adulti, risultando appunto fruibile a chiunque.
La Disney inizia il 2019 nel migliore dei modi, con un grande film d’animazione.
Emanuele Grillo