Judy, il biopic sulla Garland ed il prezzo da pagare per il successo

Judy arriva nelle sale cinematografiche italiane il 30 gennaio con alte aspettative da parte degli spettatori, soprattutto dopo le statuette conquistate e le nomination agli Oscar 2020. Renée Zellweger ha, infatti, meritatamente vinto il Premio come Miglior Attrice in un Film Drammatico ai Golden Globes. Un gran successo anche ai Critics Choice Awards, per l’attrice che ha indossato gli scintillanti abiti di Judy Garland. Infine le nomination alla 92ª edizione degli Oscar, nella categoria Miglior Trucco e Acconciatura, e nuovamente alla Zellweger per il ruolo da protagonista.

Judy è un adattamento cinematografico dell’opera teatrale di Peter Quilter, che ha debuttato a Londra nel 2005. Il regista Rupert Goold ha corso indiscutibilmente un gran bel rischio riprendendo questo personaggio. Accanto alla ex Bridget Jones ci sono una delicata ed elegante Jessie Buckley, nelle vesti di Rosalyn Wilder, ed un affascinante Finn Wittrock (interprete di Mickey Deans). Si resta colpiti, in particolar modo, da Darci Shaw, commovente nel ruolo della Garland alle prime armi.

Il lungometraggio è distribuito da Notorious Pictures. Una data simbolo l’annata 2020, poiché ricorrono il cinquantesimo anniversario della morte dell’attrice e l’ottantesimo dal suo più celebre successo Il Mago Di Oz.

LA TRAMA 

È l’inverno a cavallo tra il 1968 ed il 1969. Judy Garland è costretta a trasferirsi temporaneamente a Londra, per una serie di concerti che dovrebbero liberarla dai debiti. Questo, però, implica anche lasciare negli Stati Uniti i suoi adorati figli al padre ed ex marito, Sidney Luft (Rufus Sewell).

Le esibizioni (di circa cinque settimane consecutive) al locale Talk Of The Town registrano sold out velocemente. Tuttavia, la star non riesce ad assicurare degli show indimenticabili in tutti i casi. Gli alti e bassi di quei giorni rappresentano gli strascichi di una vita tormentata, che la portano inesorabilmente a vivere gli ultimi mesi della sua vita. La Garland ci lascia  nel 1969, all’età di quarantasette anni.

Judy

TRATTO DA UNA STORIA VERA 

Come tutti ben sappiamo, Judy è un biopic sulla vita di Judy Garland. Frances Ethel Gumm (questo il suo nome all’anagrafe) è stata ballerina, attrice e cantante. Una delle donne più invidiabili di Hollywood per avvenenza e bravura, che, tra l’altro, ha dato alla luce la splendida Liza Minnelli.

Il grande pubblico la ricorda, principalmente, come la piccola e docile Dorothy Gale de Il Mago Di Oz. L’iconico film le ha garantito la vittoria dell’Oscar Giovanile (Honorary Juvenile Award) nel 1940.

La pellicola mostra il passato della giovane attrice, purtroppo, solo sotto forma di sporadici flashback. Sarebbe stato interessante vedere una ricostruzione nell’interezza di una carriera apparentemente sfavillante. Rupert Goold, tuttavia, ha favoreggiato la trattazione dei momenti più bui, non dell’artista quanto della donna.

La scelta del cast è stata sicuramente un enorme centro al bersaglio. Renée Zellweger è entrata nella parte lasciando allo stesso tempo intravedere la sua personalità. È indiscutibilmente una delle sue migliori performance.

In particolare, però, va elogiata e lodata l’interpretazione della giovanissima Darci Shaw, nella versione della Judy Garland de Il Mago Di Oz.

 

 Judy

IL CINEMA NEL CINEMA 

Judy ha inizio con un’eccellente rottura della quarta parete. Noi spettatori ci sentiamo coinvolti da quello che sarà narrato a breve. Il lungometraggio non è soltanto un biopic ma un omaggio al mondo cinematografico. L’alternanza tra presente e passato mostra al pubblico il classico “cinema nel cinema”, portandoci a riflettere sulla vita che gli artisti devono sopportare.

Sin dalle prime scene, alla piccola Garland viene mostrato il prezzo da pagare per accedere al mondo di Hollywood. Non accettare sarebbe da idioti, ma bisogna essere coscienti di quello a cui si va incontro.Una giovane fanciulla, attratta dal concetto del successo, non ha pensato alle conseguenze. Il peso di questa scelta si è manifestato con il trascorrere degli anni. Ed ha gettato Judy in una esistenza complicata e priva di libertà.

Proprio per tal motivo, il finale con il pezzo Over The Rainbow è altamente carico di emotività. Sebbene i colori di quell’arcobaleno si siano spenti, il suo ricordo resta ancora oggi vivido.

Assunta Urbano

Assunta vive a Roma ed è laureata in Lingue, Culture, Letterature,Traduzione presso La Sapienza. È una divoratrice di musica (specialmente britpop anni ’90) ed un'assidua frequentatrice di concerti. Ama i film tragicomici, legge libri classici, viaggia per il mondo, ma soprattutto mangia tanta tanta pizza.

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