Normal People: tutta la delicatezza di una serie tv

Normal People è una serie tv irlandese drammatica diretta da Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald, prodotta da Element Pictures per Hulu e BBC e distribuita a partire dal 26 aprile 2020, disponibile in esclusiva su Raiplay.

Basata sull’omonimo romanzo della giovanissima scrittrice irlandese Sally Rooney, Normal People è il primo adattamento cinematografico di uno dei suoi due libri. Al momento è stata prodotta una sola stagione composta da 12 episodi della durata di mezz’ora ciascuno. Non ci sono conferme riguardo la possibilità di uscita di una seconda stagione

 

Normal People | LA TRAMA

 

I protagonisti della storia sono Marianne Sheridan e Connell Waldron, due giovani ragazzi che frequentano la stessa classe nella Contea irlandese di Sligo. Hanno una compagnia d’amici differente (o meglio, Connell ce l’ha perché Marianne non ha amici) e ad accomunarli è un profondo senso di inadeguatezza.

Daisy Edgar-Jones interpreta Marianne, una giovane ragazza di famiglia benestante. Nonostante i suoi ottimi voti a scuola, cerca di rimanere in equilibrio tra l’ambiente scolastico in cui non riesce ad adeguarsi e la difficile situazione familiare. L’assenza del padre che picchiava la madre si riflette sulla violenza fisica e verbale del fratello nei suoi confronti. La madre, pur vedendo la figlia subire dal fratello quello che anni prima aveva lei sopportato dal marito, rimane sempre zitta e, anzi, a un certo punto smette di avere interazioni con Marianne.

L’unica àncora alla quale può aggrapparsi è la donna delle pulizie, nonché la madre del suo compagno di scuola Connell. Marianne proverà una fortissima attrazione per lui e un giorno decide di dirglielo.

Connell, al contrario, è figlio di una ragazza madre con cui ha un legame bellissimo. Anche lui è tra i primi della classe ma rispecchia il ragazzo modello: fa parte della squadra sportiva della scuola, è molto popolare, ha diversi amici e ragazze che gli girano intorno.

Alla dichiarazione di Marianne, Connell rimane titubante e solo dopo diversi giorni di riflessione capisce di ricambiare. I due iniziano a vedersi sempre più spesso promettendosi a vicenda di non dire nulla a nessuno.

 

Normal People, la recensione

 

L’accettazione da parte degli altri, però, sembra avere per Connell la priorità sui sentimenti che si impone di reprimere. Davanti alle offese gratuite dei suoi amici nei confronti di Marianne, prende una sola volta le sue difese e, per paura di perdere la popolarità che aveva costruito, “scarta” la ragazza che per mesi aveva frequentato.

Marianne reagirà malissimo a questa scelta, sprofondando in uno stato di malinconia pura. Le carte si ribalteranno al college quando riuscirà a rifarsi con amiche, amici, fidanzati.

Specularmente, Connell capirà di aver sbagliato e affonderà nello studio compulsivo, quasi fosse l’unica cosa possibile da fare: scappare tra le pagine dei libri per non vedere la crudeltà del reale.

L’unico atto di ribellione fatto da lui era stato cambiare facoltà, come gli aveva consigliato Marianne. Aveva infranto le aspettative altrui e invece della rispettabile Giurisprudenza, aveva optato per Lettere il cui unico sbocco lavorativo era fare il semplice professore.

Dopo varie vicende, Connell crescerà e con lui la storia con Marianne.

L’intera serie sviluppa il legame che si crea tra i ragazzi e che li accompagnerà anche dopo l’immatricolazione al Trinity College di Dublino, quasi fosse un romanzo di formazione.

Normal People, molto più di una serie per ragazzi

Normal People, molto più di una serie per ragazzi

 

Definire Normal People un teen drama vanificherebbe il lavoro maniacale che sta dietro ad ogni pagina del libro e ad ogni scena della serie tv.

Molte pellicole si sono proposte di descrivere l’intenso approfondimento psicologico di due persone che affrontano l’età dell’adolescenza ma nella maggior parte dei casi è venuto fuori un classico dipinto di ragazzi troppo lontani dalla realtà, quasi fossero una categoria artistica chiamata in causa per presidiare un genere in particolare, il classico teen drama, appunto.

In questo caso, invece, ci troviamo dinanzi a un capolavoro puntuale e preciso che aderisce perfettamente al vero. Lo si capisce in primis dalla sceneggiatura semplice ma non superficiale, che ridà (finalmente) voce, la loro voce, ai teenagers. Parole pesate, misurate e mancate che in fase adolescenziale non hanno mai la pretesa di essere troppe. Quanti teenagers hanno passato ore a pensare e ripensare una risposta, il termine perfetto da dire per completare il puzzle per poi accorgersi che nessuno avrebbe visto il lavoro compiuto per poi sprofondare tra ansia, paure, rassegnazione, speranza e disperazione?

Normal people racconta la normalità senza celebrare niente e nessuno

Normal people racconta la normalità senza celebrare niente e nessuno. È la fotografia di ciò che accade in adolescenza a due ragazzi. Come tante altre serie, sì, ma la genialità sta nel non aver utilizzato filtri. E così come oggi Instagram è intasato di foto photoshoppate e si ha bisogno di allenare gli occhi alla bellezza del reale, del naturale, allo stesso modo approda un “teen drama” nudo e crudo di cui bisogna necessariamente apprezzarne la ricchezza.

È uno dei pochi casi, per quanto mi riguarda, in cui la trasposizione su pellicola rimane fedele al libro potenziandone ancora di più la valenza e le numerose scene di rapporti sessuali ne sono un esempio.  Delicatezza e sensibilità si sostituiscono in toto a volgarità e sensualità rendendo le scene delle rarissime e intime testimonianze del vero. Nonostante fosse la prima volta sugli schermi per entrambi i protagonisti, la loro interpretazione è stata eccezionale.

Situazioni di riflessioni intrise di veridicità che non hanno, davvero (ribadisco), nulla di eccezionale se non la purezza della normalità. Ecco perché è consigliatissima la visione di questa serie, perché si impadronisce della quotidianità che ha accompagnato anni di ciascun adulto. Se ne appropria con delicatezza e lo narra con discrezione e con Elliot Smith in sottofondo.

Bellissimo, emozionante, vero.

 

Santina Morciano

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