Undine: una fiaba sentimentale ambientata nella città di Berlino

Il 24 settembre esce nelle sale cinematografiche italiane Undine, il nuovo film del regista tedesco Christian Petzold. La pellicola, che ha come sottotitolo Un amore per sempre, è già stata accolta in modo positivo alla settantesima edizione del Festival di Berlino. Infatti, l’opera ha avuto l’onore di conquistare due statuette a forma di orso, una nella categoria di Miglior attrice e l’altra come Miglior Film secondo la Critica Internazionale.

Questi due importanti riconoscimenti hanno ovviamente attratto non solo l’attenzione della critica, ma anche quella del pubblico. C’è attesa per Undine, così come c’è curiosità nel rivedere sul grande schermo la coppia formata da Paula Beer e Franz Rogowski

 

 

Undine: un amore per sempre

 

La storia si svolge nella meravigliosa Capitale tedesca. Undine (Paula Beer) è una giovane storica, che, lavorando come guida freelancer, racconta ai turisti la struttura architettonica della splendida città in cui vive. Tra l’altro, la sua abitazione è situata nel cuore di Berlino, in un piccolo appartamento con vista sull’Alexanderplatz.

Nonostante la sua vita appaia come quella di una comune ragazza della sua età, la fanciulla nasconde un enorme scheletro nell’armadio. Qualora Undine intrattenesse un rapporto sentimentale con uomo, e questi la tradisse, ella sarebbe costretta ad ucciderlo per tornare “all’acqua da cui proviene”.

Per tale ragione, quando scopre che una donna intralcia la sua relazione con Johannes (Jacob Matschenz), Undine non ha altra scelta. Tutto questo accade proprio nell’esatto momento in cui nella vita della ragazza arriva Christoph (Franz Rogowski), un giovanotto dal cor gentile.

Come dovrà agire Undine? Potrà continuare a vivere la sua quotidianità o dovrà invece cedere alla sua vera natura?

 

 

Undine, una storia tratta da una leggenda 

 

Si ritrovano già nella mitologia greca delle storie che narrano del personaggio di Undine. Questo nome è apparso per la prima volta in una sceneggiatura di Paracelso. Di quest’ultimo, una delle figure più rilevanti del periodo rinascimentale, è stata pubblicata nel 1566 l’opera Undenae. La parola ha preso in seguito la forma latina, per l’appunto Undine, simboleggiando la figura dell’onda.

Insomma, da ciò che la leggenda ci suggerisce, questa donna è uno spirito acquatico dalle sembianze umane, una sorta di sirena, ma senza la coda. L’unico modo che le permette di diventare immortale è sposare un essere umano in carne ed ossa. Nel momento in cui l’amato non contraccambia l’affetto allo stesso modo, preferendo la congiunzione con altre, la ragazza deve ritornare “al nido”, rifiutando per sempre la vita sulla terra ferma.

L’opera di Paracelso ha dato ispirazione a molti rifacimenti nel corso dei secoli. Tra i più conosciuti ritroviamo, in primis, la fiaba pubblicata nel 1837 dal danese Hans Christian Andersen, La Sirenetta. Romanzo che, come tutti ricordiamo, ha dato i natali al celebre film d’animazione Disney omonimo nel 1989.

Non dimentichiamo i successivi Il pescatore e la sua anima del 1891, di Oscar Wilde, e Undine Leaves, in cui la scrittrice Ingeborg Bachman nel 1961 ha restituito un’enorme carica femminista al personaggio.

Tuttavia, l’ispirazione maggiore per la realizzazione del film Christian Petzold l’ha ricevuta dal libro Il Tradimento Romantico di Peter von Matt.

 

 Undine: una fiaba sentimentale ambientata nella città di Berlino

UNA INSOLITA BERLINO 

 

Il nome della città di Berlino ha un’origine slava. Non si conoscono dei dettagli precisi ma sembrerebbe significare “villaggio dei pescatori”, “palude” o “pantano”. Immagini che rimandano ovviamente all’acqua, dato che, secondo la leggenda, la città è nata nel 1237 da tribù slave di pescatori.

La Capitale tedesca è relativamente nuova, se pensiamo alle nostre città italiane. Tuttavia, con la sua storia più recente, che l’ha resa una chicca del mondo post-industriale, ha molteplici peculiarità da mostrare ai suoi visitatori.

Il film Undine, però, mette al centro una Berlino diversa da quella che conosciamo. Nonostante la protagonista viva nel cuore pulsante della città, non vediamo mai cosa c’è oltre la sua finestra. I monumenti e gli edifici che scorgiamo sono soprattutto quelli dei plastici in miniatura che la giovane descrive minuziosamente nelle sue ore lavorative.

Potremmo dire che metà della pellicola è ambientata nei luoghi incontaminati, come il lago in cui pratica le immersioni Christoph. L’intento del regista è stato apparentemente quello, ovvero di riportare in auge delle leggende che sembrano incastonate nel “sottosopra” della città stessa, prediligendo la rappresentazione di location insolite. Un obiettivo senza dubbio nobile.

 

 

UNDINE, SÌ O NO?

LA RESA DEI CONTI 

Ho ritenuto fondamentale fare un excursus circa la fiaba che si cela dietro la storia di Undine e la città raccontata dalla protagonista nel film grazie al suo lavoro di guida turistica.

Tutto questo perché sia la base letteraria e la location che fa da sfondo al racconto sono due peculiarità che hanno reso il film semplicemente “bello” da guardare. Da guardare, sì, ma non da seguire.

Purtroppo, la pellicola non è stata, a mio avviso, in grado di catturare la completa attenzione dello spettatore in sala.

La trama appare a tratti confusa. Un aspetto che non dovrebbe essere tralasciato in questo genere di pellicole. Sarebbe stato interessante giocare molto di più sull’espediente magico, fiabesco, arricchendo il tutto con qualche intrigo o qualche dialogo più incisivo. Avrei preferito un lavoro meno basato sulla nota sentimentale, che ha reso l’insieme, invece, come un immediato prodotto per televisione da accompagnamento.

La cura nei dettagli visivi, in questo caso, ha sicuramente superato la prova del nove, ma purtroppo lo stesso non si può dire della narrazione, a cui si poteva di certo dedicare del tempo maggiore per impedire allo spettatore di avvertirne la mancanza.

In conclusione non sconsiglierei del tutto Undine, piuttosto lo destinerei ad una specifica fetta di pubblico, che potrà apprezzarlo con più enfasi.

 

 

Assunta Urbano

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