La musica di DaveBrain attraverso le sue parole

Anno particolarmente florido per la musica di DaveBrain: il rapper di stanza a Torino, dopo il disco intitolato “Origini”, alimenta il proprio lascito artistico pubblicando “Kit-Kat (Carriera da solista)”.

Un brano che segna scenari evolutivi interessanti per l’artista classe ’95: pubblicato in collaborazione con la label Metodica Records, questo nuovo episodio congiunge in modo proficuo la metrica ed il rigore hip-hop a soluzioni decisamente più melodiche nei ritornelli.

Di questo e delle prospettive che potrebbero concretizzarsi nel 2021 ne abbiamo parlato direttamente con Davide Russo.

DaveBrain – L’intervista

 

Ciao, presentaci il tuo progetto. Ripercorriamo un po’ le tue tappe principali e raccontaci come mai hai scelto il nome d’arte DaveBrain.

Ciao! Sono un ragazzo di Torino classe ’95, da quando ne ho memoria sono stato legato a due cose: il calcio e la musica.

DaveBrain in sé non è un progetto costruito, nasce da un’esigenza espressiva, da un bisogno viscerale di comunicare una parte emotiva che alberga in Davide Russo. Il nome nasce un po’ per caso, dovevo scegliere un nickname per Instagram, alcuni miei amici mi chiamano Dave e l’unione tra la mia parte emotiva e la razionalità ha portato inconsciamente al nome d’arte DAVEBRAIN.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Kit-Kat (carriera da solista)”: com’è nata la canzone?

Il processo creativo nasce sempre dallo stesso luogo: la mia camera. Sono riuscito a creare un home studio dove posso dare sfogo alla mia creatività.

Spesso parto da un testo, scrivere è la forma d’arte che per eccellenza mi libera dai pensieri e dalle emozioni che vivo e provo, come se fosse un tasto reset della mente e dell’anima. Poco dopo cerco di dare vita a ciò che scrivo mettendomi a produrre, il processo accade all’inverso poche volte. “Kit-Kat (Carriera da solista)” nasce così, rimasi colpito dal fatto che molti giovani, artisti e non, soffrano di ansia e insicurezza, sicuramente dovuti al periodo che stiamo vivendo e dal fatto che il futuro non sembri così roseo. Questo li porta già da giovanissimi a scontrarsi con la realtà dei farmaci e tranquillanti vari, creando in loro una via di fuga rapida ma temporanea dai problemi.

In questo brano, parlo anche di questo problema: la frase “tiri giù un’altra pasticca Tic Tac” riflette il fatto che una volta che nell’individuo si innesca la dipendenza, questi farmaci diventano normali proprio come l’assunzione, in senso metaforico, di una Tic Tac.

In questa nuova uscita si apprezza un certo rigore metrico nei testi che poi apre a dei ritornelli che sono molto cantati, quasi un crossover nel mondo del rap. Quali sono le tue influenze artistiche più importanti?

Già alle elementari, grazie alla mia famiglia (anche loro abbastanza presi dalla musica) ho assistito a vari concerti tra cui la reunion dei Police e il Microchip Emozionale Tour dei Subsonica. Se ricordo bene, avevo 5/6 anni…da lì è nata la mia passione per la batteria e per il mondo della musica.

Andando avanti con l’età rimasi affascinato dal mondo dell’elettronica, gli artisti che hanno influenzato la mia infanzia sono i Daft Punk e i Gorillaz. Mi regalarono il cd Demon Days dei Gorillaz in seconda media, il primo cd fisico che io abbia mai avuto e ancora oggi ho il lettore mp3 dove sono contenuti tutti i pezzi dei Daft Punk. Il primo approccio al rap è avvenuto in seguito, grazie alla collaborazione tra Daft Punk e Kanye West per il pezzo “Stronger”.

Abbiamo compreso che questa canzone non è un punto d’arrivo, ma un inizio per progetti che sono già work in progress. Puoi anticiparci qualcosa relativamente al tuo futuro?

Beh quello che posso dire è che ce ne saranno delle belle, il mio obiettivo è quello di riuscire a creare un sound sempre più identificativo e affine a quello che piace a me. Non sono mai stato incline ad usare schemi e regole ma sono stato sempre più propenso a sperimentare e a divertirmi nel creare nuovi brani.

Sto lavorando ad un nuovo album con una maturità differente rispetto al primo, sotto tutti i punti di vista. Spero che questo si senta e che l’ascoltatore riesca a captare la profondità dei miei brani.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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