Siamo ritornati in sala, finalmente, ed è sempre bello poterlo ripetere. Tra i film che saranno proposti al cinema in questa calda stagione c’è anche Futura. La pellicola, distribuita da Adler Entertainment, sarà disponibile dal 17 giugno.
Il lungometraggio è la seconda opera del regista Lamberto Sanfelice, premiato ai David di Donatello del 2015 nella categoria di Migliore esordiente per il film dello stesso anno Cloro.
Il protagonista è Niels Schneider, interprete caro a Xavier Dolan, che ha dato all’attore una parte principale nel suo Les Amours Imaginaires. Un ruolo fondamentale ricoprono, invece, due donne: l’italiana Matilde Gioli e la cilena Daniela Vega. Completano il cast due musicisti d’eccezione, Stefano Di Battista ed Enrico Rava, autori anche della colonna sonora.
Futura si presenta come un musical-jazz-noir ed è un omaggio a Massimo Urbani, uno dei più rilevanti jazzisti italiani di tutti i tempi, a cui è stato dedicato un personaggio del film, ricoperto da Di Battista.
FUTURA | LA TRAMA
Louis Pierri (Niels Schneider) è un jazzista talentuoso, mai stato in grado di guadagnarsi da vivere con la musica. Proprio per questo motivo ha deciso di gettare la spugna prima ancora di provare a realizzare i suoi sogni. Ha una moglie (Matilde Gioli) e una figlia (Aurora Onofri). Per sopravvivere si presta come tassista di Lucya (Daniela Vega), una trans cilena, e insieme si trovano coinvolti in uno spaccio di cocaina.
Quando al protagonista viene data la possibilità di cambiare, di provare a raggiungere i suoi obiettivi, il mondo circostante comincerà a rompersi e sgretolarsi in mille pezzi. A pagarne la pena, però, sono gli affetti a lui più cari.
“UN FILM CON LA MUSICA E SULLA MUSICA”
Futura si apre con uno scenario notturno ed il protagonista che vaga nelle ore più buie all’interno del suo taxi.
È con questa immagine, anzi con un incontro, che l’idea del film è venuta al regista. In un giorno qualunque, Lamberto Sanfelice si è imbattuto in un suono di tromba proveniente da un’automobile alla fermata dei taxi. Le tante domande hanno portato alla creazione di questa pellicola omaggio alla musica e ancor di più ai musicisti.
“L’unica cosa che conta è la musica
Non so fare nient’altro”
Louis trascorre le sue giornate in bilico tra la luce e l’oscurità e occupa il suo tempo ad osservare le vite degli altri da spettatore esterno. Tutto questo senza mai prendere in mano davvero la propria esistenza.
Solo con la musica il protagonista riesce ad interagire, a raccontarsi agli altri personaggi interni e a quelli al di là dello schermo. Molto più di quanto potrebbero fare le parole, il sonoro diventa l’unica chiave di comunicazione tra individui. Lo vediamo soprattutto nel complesso legame tra padre e figlia.
La piccola Anita ha una profonda stima nei confronti del padre e, condividendo con lui la stessa passione, inizia a suonare il pianoforte.
La musica scorre nel sangue dell’intera famiglia Pierri, ma il protagonista si trova in bilico. È un figlio che non ha mai avuto un rapporto con il padre (il cui personaggio è ispirato al jazzista Massimo Urbani) e rivive i ricordi del genitore attraverso i racconti altrui. Allo stesso tempo, non riesce ad essere presente nella quotidianità della sua bambina. Il suo obiettivo diventerà trovare un equilibrio.
Futura si propone al pubblico come “un film con la musica e sulla musica”, così come lo definisce anche Lamberto Sanfelice, in cui si racconta il lavoro non-lavoro del musicista. Techno, trap, ma soprattutto jazz, occupano una poltrona d’onore tra le immagini.
Con una Milano diversa da quella che conosciamo, un’ottima interpretazione da parte di Niels Schneider – cimentatosi per la prima volta e sullo schermo con la tromba e con la lingua italiana – il film si conferma una visione godibile, con molti spunti di riflessione.
Assunta Urbano