Countdown, al cinema dal 21 novembre, è un film horror basato sul desiderio impellente degli uomini di scoprire quale sarà il loro ultimo giorno di vita. Un aspetto su cui ci si è soffermati con costanza fin dall’inizio della storia del Mondo. La pellicola, diretta da Justin Dec e distribuita da Eagle Pictures, vede come principali interpreti i volti riconoscibili di Elizabeth Lail, Jordan Calloway e Peter Facinelli.
Un miscelato di paura, ma con un umorismo leggero che smorza leggermente la tensione durante la visione.
E voi vorreste sapere quanto tempo – cronometrato ossessivamente da ore, minuti e secondi, con annesse notifiche – vi resta da vivere?
Countdown
Un gruppo di giovani si riunisce per una comune serata alcolica casalinga. Un componente della cricca propone di scaricare una nuova applicazione che sta spopolando, chiamata Countdown. L’app prevede quale sarà l’istante preciso della morte di ognuno.
Uno scherzo? Assolutamente no. Piuttosto, una vera condanna. La giovanissima Courtney (interpretata da Anne Winters, che avevamo già visto nella serie tv Netflix Tredici), infatti, perde la vita tragicamente dopo pochissime ore.
L’attenzione si sposta in seguito principalmente sui tre protagonisti Quinn (Elizabeth Lail), Jordan (Talitha Bateman), sorella minore di Quinn, e Matt (Jordan Calloway). Tutti collegati tristemente dallo stesso atroce destino. Riusciranno i nostri eroi a sfuggire all’incombente fine della loro vita?
Attenzione, il tempo scorre
L’idea di questa pellicola è sopraggiunta al regista Justin Dec mentre stava impostando un semplice timer sullo smartphone. È ben evidente come in Countdown ci si concentri molto sull’inquietante ruolo che la tecnologia ricopre nelle nostre vite. Ogni singolo giorno ci svegliamo e cerchiamo, in primis, il contatto con il mondo virtuale subito dopo aver aperto gli occhi.
La situazione è già drammatica ed angosciosa di per sé. Sarebbe altamente probabile che giovani ragazzi scaricassero l’app in questione senza farsi troppe domande. Da un lato, ciò accade perché la tecnologia continua ad inghiottirci in modo grottesco. Dall’altro, invece, è risaputo che l’uomo ha sempre vissuto con il desiderio di stravolgere il proprio destino e di superare l’Onnipotente, come nel mito di Prometeo.
L’applicazione Countdown, però, ti perseguita anche cambiando cellulare e non può essere cancellata, così come non si può fuggire dal destino stabilito. Nonostante ciò, i due principali protagonisti, Quinn e Matt, condividendo la stessa condizione, si uniscono cercando di combattere e cambiare le sorti a cui sono predestinati.
La visione scorre piuttosto lineare. Tra la paura e qualche risata non si riesce a star fermi nella sala. Eppure, a mio avviso, c’è una piccola pecca nel lavoro complessivo. Unito al fulcro principale intorno a cui ruota Countdown, si tratta anche del tema dello stupro, legata al dottore interpretato da Peter Facinelli. Personalmente, ritengo che non fosse necessaria questa intersezione. Ha soltanto spostato temporaneamente l’attenzione dello spettatore su un argomento differente, che poteva essere tagliato senza intralciare lo svolgimento delle vicende.
Mi viene spontaneo rivolgere una domanda ai lettori: se aveste la possibilità di conoscere il giorno in cui abbandonerete la vita terrena, vorreste davvero saperlo?
La risposta di Justin Dec è ferma e decisa: “Assolutamente no. Preferisco vivere in modo del tutto inconsapevole”. Ed io non potrei essere più che d’accordo.
Countdown risulta un film riuscito negli intenti proprio per il connubio con il mondo social/tecnologico. Così come lo era stato anche l’episodio della quarta stagione di Black Mirror Hang The Dj, trattando un tema quasi equivalente. In quel caso, si trattava di gestire gli incontri amorosi e la tecnologia imponeva termini e contatti da rispettare rigorosamente.
Conoscere il destino affidatoci è un’arma pericolosa ed a doppio taglio.
La cosa più spaventosa che ho notato è che l’app in questione esiste davvero ed è tra le più scaricate, soprattutto in previsione del film. Ovviamente potete stare tranquilli, dato che non c’è alcun demone nascosto dietro il Countdown del vostro Store telefonico. Io, da buona fifona, non credo proprio la scaricherò. Voi, invece, riuscite a resistere alla tentazione?
Assunta Urbano