Nella penultima puntata de L’amica geniale 2 – Storia del nuovo cognome, per Lila e Lenù tutto cambia. Il bacio fra Lila e Nino, avvenuto negli episodi precedenti, è stato il principio di una svolta nella storia. Un punto dal quale sarà impossibile tornare indietro.
È da qui che riparte il racconto, da quel tradimento ai danni di Lenù, che si trasforma presto in una sincera storia d’amore fra Nino e Lila.
Ma se fino ad ora abbiamo conosciuto Elena come una spettatrice perennemente passiva della sua stessa vita, questa volta accade qualcosa che la trasforma definitivamente, dandole il coraggio di far sentire la propria voce.
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IL TRADIMENTO (EPISODIO 5)
“Li guardavo come divinità scadute, un tempo intelligenti e ora stupide”, rimugina Lenù in spiaggia, osservando da lontano Lila e Nino che giocano in acqua. Le uniche due persone che avessero mai avuto importanza per lei, adesso non erano più meritevoli della sua stima. È da questo momento che il patto non scritto del “quello che fai tu, faccio anch’io” si infrange per sempre. Elena promette a se stessa che al suo ritorno a Napoli avrebbe smesso di cercare Lila, di cercare Nino. Avrebbe dato un taglio a quei rapporti malsani, alla vita nel Rione. Avrebbe vissuto soltanto per sé.
Un evento in particolare, però, l’aiuta a raggiungere questa consapevolezza. Una notte, la ragazza concede il suo corpo a Donato Sarratore, il padre di Nino, che l’estate scorsa aveva abusato di lei e aveva continuato viscidamente a corteggiarla.
La motivazione? La consapevolezza di aver vissuto fino ad allora entro i limiti, senza mai lasciarsi andare alla potenza emotiva necessaria per conquistare ciò che avrebbe voluto. Potenza che invece faceva parte del carattere di Lila. Lei, al contrario, in un modo o nell’altro otteneva ciò che desiderava, lasciandola sempre indietro.
È bramando questa potenza emotiva, e allo stesso tempo desiderando qualcosa di terribile che le impedisse di pensare al proprio dolore, che Elena decide spontaneamente di diventare la preda di Donato.
Eppure, quell’azione disgustosa diventa per lei come una rinascita. Quell’emozione così negativa, così forte, le dona – da quel momento in poi – il coraggio di agire attivamente e non più in balia degli eventi. La forza di alzare la voce per far rispettare finalmente il proprio volere, quella che gli era sempre mancata e grazie alla quale riesce a convincere i genitori a farla partire per studiare alla Normale di Pisa.
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LA RABBIA (EPISODIO 6)
Così, Lenù parte per l’università, finalmente è lei la protagonista della propria esistenza. Lila, invece, lascia la vita agiata con Stefano e si trasferisce in una casa modesta in centro, insieme a Nino. La povertà economica improvvisamente non è più nulla di fronte alla ricchezza interiore donatale dal primo vero amore. È su questi presupposti che rimane incinta e programma felicemente il suo futuro con Nino e i figli che verranno. Ma le cose non vanno come previsto.
Nino, spaventato dalla forte personalità di Lila e preoccupato per i propri problemi economici, dopo un litigio va via di casa. Nel tornare indietro, però, viene picchiato a sangue da Antonio che, bisognoso di un lavoro dopo il servizio militare, viene ingaggiato dai Solara per riportare Lila al Rione. La ragazza, ignara di tutto e riconoscendo a se stessa le condizioni disagiate in cui ormai vive da sola, torna ancora una volta indietro.
Ci era riuscita, Lila. Era andata via dal Rione, dall’odio che la consumava, da tutto ciò che la schiacciava e le impediva di affacciarsi al mondo esterno e scoprire le potenzialità geniali che le appartengono. Ma più di tutto, era stato l’amore per Nino a determinare il periodo più bello della sua vita.
Perciò, vedendola bussare di nuovo alla porta Carracci, la stessa da cui aveva provato a scappare più volte in passato, risuonano più che mai le parole di Lenù: «La bellezza è un inganno. È cipria passata sopra l’orrore. Se la si toglie, restiamo soli col nostro spavento».
Federica Brosca