«Ancora tu, non mi sorprende, lo sai
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?»
Estate 2023, ecco il dissing che non ti aspetti. Parliamo di ciò che sta accadendo da qualche giorno tra Salmo e Luchè. Se fosse un film potremmo intitolarlo, parafrasando una celebre pellicola degli anni ’70, C’eravamo tanto odiati nel 2019 e abbiam voglia di dissarci ancora.
Il rapper sardo e quello napoletano tornano in tendenza non per l’uscita di un singolo o di un disco nuovo ma per un discorso lasciato in sospeso e non ancora conclusosi. Uno scontro a suon di rime, avviato nel 2019 mediante una serie di storie instagram, che sembrava sopito e che invece torna prepotentemente alla ribalta, con livelli di intensità e creatività altissimi. Episodi che infiammano la curiosità di fan e addetti ai lavori.
Per capirci qualcosa in più procediamo per gradi, cercando di rispondere ad una domanda preliminare – forse non necessaria ma di sicuro utile a chi è a digiuno di alcune dinamiche – per inquadrare la questione.
Cos’è un dissing?
La Treccani ci insegna che nella cultura hip-hop e rap, il dissing – slang afroamericano utilizzato per indicare una mancanza di rispetto (disrespecting ) – è in buona sostanza uno sfottò, una critica o un insulto rivolto da un artista ad un collega appartenente alla medesima scena. Possiamo ritrovarlo sotto forma di canzone vera e propria, articolata quindi in un discorso a senso unico, o piazzato all’interno di un brano che in realtà parla d’altro, quindi come strofa a se stante.

Cosa è successo tra Salmo e Luchè?
Ci avete fatto caso che le cose più belle accadono sempre d’estate?
Sì, sono d’accordo, si tratta di una banalità, per cui meglio passare dalle frasi fatte ai fatti.
Siamo nell’Agosto del 2019. Salmo, fiero dei numeri che sta raccogliendo con Machete Mixtape 4, pubblica un post su Instagram in cui si complimenta con se stesso per l’ottimo lavoro svolto. L’album infatti è da oltre un mese il disco più venduto in Italia, mentre il precedente Playlist – uscito quasi un anno prima – è ancora in Top 5. Conclude dicendo: «So che può dare fastidio e chiedo scusa per la sboronata ma questi sono i due migliori album usciti tra il 2018 e il 2019».

In realtà i fatti non stanno così come li riporta il buon Maurizio e a Luchè proprio non va giù il racconto parziale che il rapper sardo fa degli eventi, ritenendolo offensivo del lavoro dei colleghi, che non sono da meno in quanto a vendite e classifiche, e affermando che Marylean, uno dei brani del suddetto Machete 4, altro non è che la copia di Je ce credevo, canzone dell’artista campano inserita nell’album Potere, pubblicato l’anno precedente.
Salmo ribatte definendo Luchè «un rapperino invidioso che dal vivo fa schifo» e via discorrendo. Di seguito, un video-riassunto che raccoglie il botta e risposta tra i due pubblicato nelle storie dei rispettivi profili instagram.
E poi cosa è successo? Dopo la tempesta giunse la quiete, con una pace siglata – secondo quanto si racconta in giro – da un patto di non belligeranza.
Salmo Redbull 64 Bars
Un patto che Salmo avrebbe violato, dopo 4 anni di pace, durante il format Redbull 64 Bars, chiamando in causa nelle sue “64 pallottole con sopra il tuo nome” il famoso telefono inglese, riaprendo di fatto la questione. Ecco il passo incriminato:
L’inferno lo conosco bene
Ci tornerei per farci un mese
Una vita di promesse spese
Driiin, squilla il telefono inglese
Hello! Sono pronto
Scendo tra un secondo.

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A Luché gli è saltata la mosca al naso ed un paio di giorni fa ha risposto per le rime pubblicando il brano Estate dimmerda2 – titolo che richiama non solo un successo di Salmo ma fa riferimento anche agli eventi del 2019. Fortunatamente questa volta si è abbandonato il mezzo social per passare ad un duello vero e proprio, in vecchio stile, fatto di rime e veleno su produzioni che in qualche caso sono meglio di molte hit estive.
Salmo dal canto suo ha rilanciato con un Dove volano le papere, anche qui con un richiamo ad un album del rapper campano. Ma la sorpresa è arrivata da fuori, con la comparsa nello scontro di Inoki – chiamato in causa a sproposito da Luchè – che, a parere di chi scrive, con le sue rime ha messo una pietra tombale su tutta la faccenda.
Però la cronaca ci racconta di un nuovo intervento di Luchè (Ho paura di uscire) e di una successiva risposta di Salmo (Stupido gioco del rap 2). Fino all’uscita durante le prime ore del giorno successivo di un nuovo attacco da parte del rapper campano (Operazione Scampia), seguito in serata dal terzo atto di quello sardo, che dichiara la fine dei giochi (Game over). E chissà fin quando si andrà avanti.
Dietro il dissing tra Salmo e Luchè c’è lo zampino di Redbull?
Se analizziamo i fatti da un’altra prospettiva e con un certo distacco rispetto a ciò che sta accadendo sul web e i social, però, un interrogativo sorge spontaneo e a cui forse c’è già una risposta: Operazione Scampia. Se ci dicessero che dietro tutto quest’odio rappato si celasse una mega operazione di marketing, ci piacerebbe comunque lo show o ne rimarremmo delusi?
Cosa mi fa credere che sia un bluff?
Niente di certo o di rivelato. Ho messo insieme alcuni pezzi del puzzle.
Il 7 Ottobre a Napoli si terrà la seconda edizione Red Bull 64 Bars Live, ed in una delle sue risposte Luchè chiede: “Ci vediamo a Scampia o hai paura di uscire?”. Se poi aggiungiamo la conferma ufficiale della partecipazione dell’ex Co Sang al live di Redbull, unita a quella di Salmo già annunciata eal fatto che uno dei brani ha un titolo inequivocabile, è chiaro che la battaglia finale (the final fight) tra i due contendenti si svolgerebbe proprio a Scampia.
Bello, bello, bello. Veramente molto bello ma era già tutto previsto come cantava Cocciante? E se fosse tutto costruito a tavolino avrebbe lo stesso sapore? Fu vera gloria?ai posteri l’ardua sentenza.
Nell’attesa godetevi lo scontro – in ordine cronologico – andato in onda sui canali youtube dei due rapper, al quale si sono aggiunte le risposte di Inoki e a sorpresa quelle di Niko Pandetta (che nessuno aveva chiamato in causa).