La pelle sa di “Cloro” nel primo singolo di Pepz | Intervista

L’estate porta i segni del sole e della salsedine, in spiaggia come nelle canzoni che caratterizzano questo periodo.

C’è però un’altra visione che, a suo modo, può diventare emblema del sapersi diversificare senza puntare a strafare: la visione dei mesi caldi messa in musica da Pepz, attraverso la sua “Cloro”.

Le esperienze eterogenee nel panorama musicale hanno formato gli ascolti e l’espressione artistica dell’autore partenopeo, che con questa release corona un lento ma costante processo di maturazione. La canzone è stata plasmata in collaborazione con Adduci, rimarcando un’intesa creativa già palesata con “Parte di me” firmata dal cantautore di stanza a Milano.

Cloro è una canzone d’estate, in linea con il retrogusto agrodolce che da diversi mesi sembra ormai non andare più via dal nostro palato: in quasi tre minuti di pop ragionato, dove le venature cantautorali sono palesi, Pepz irradia una personale richiesta d’aiuto attraverso lucida delicatezza. La scrittura labirintica nel ritornello si rivela un sottile gioco di concetti che si dischiude ai timpani nello sviluppo delle strofe: l’interlocutore si palesa con precisione nonostante la scelta di mantenerne l’anonimato, ed in questa fitta coltre non ci resta altro che prendere atto di come si possa essere punk, diretti nel dire le cose in faccia senza fronzoli anche con una veste melodica intima e aggraziata.

Per approfondire meglio questa pubblicazione, abbiamo rivolto qualche domanda direttamente a Pepz.

 

Pepz, un’intervista al “Cloro”

Un nuovo progetto che a suo modo riesce a dare continuità alle tue esperienze artistiche ma attraverso una nuova veste. Come ti senti sapendo che c’è questa nuova strada da percorrere?

È stato fondamentale per me avere l’opportunità di confrontarmi con tante e diverse realtà musicali finora. Ad un certo punto ho avuto la sensazione di dovermi concentrare sulla migliore forma di comunicazione possibile, che mi mettesse anche a nudo e senza protezioni, quindi procedere da solo a scrivere e cantare. Come mi sento? Devo dire molto bene e volenteroso di camminare e spostarmi da questo nuovo punto di partenza.

Pepz

Cloro è un brano con una forte identità, ci puoi raccontare qualche dettaglio riguardo il suo sviluppo, e se magari hai qualche aneddoto peculiare.

Cloro è nata in un momento particolare. Sentivo l’esigenza di uscire da una situazione abbastanza pesante, cercavo qualcuno o qualcosa che mi portasse via da quel mood nel modo più semplice possibile. Ero a bordo di una piscina prendendo gli schizzi di acqua (e cloro) dei tuffi dei tanti bambini. Mandai un primo provino voce e chitarra qualche tempo dopo al mio amico fraterno Adduci. Da lì è partita l’idea di farne una canzone. I viaggi Napoli-Milano sono stati tanti, ma hanno portato al risultato che cercavo. Fondamentale è stato anche l’apporto di Myhoo e Antonietta Ranni. L’aneddoto più simpatico: registrare le voci alle 2 di notte nello studio di Adduci all’interno di un armadio.

La musica sta lottando per “tornare alla normalità” dopo mesi difficili. Cos’hai in programma per i prossimi mesi? Ti concentrerai sulla pubblicazione di altri singoli?

L’idea è proprio quella di lavorare a nuove canzoni. Ce ne sono alcune già pronte e voglio portarle alla luce entro breve. Il lockdown è stato un periodo di profonda riflessione, sono cambiate tante cose e alcuni aspetti su cui mai mi ero soffermato sono diventati importanti. Uno di questi è la necessità di esprimersi con il mezzo più nobile, la canzone. Io e Adduci collaboriamo molto e conto di portare avanti questa intesa per altre produzioni. In realtà un’idea interessante in cantiere è quella di replicare un minitour che abbiamo fatto mesi fa con lo stesso Adduci e Walter No, cantautore romano, suonando in maniera cruda e intima le nostre canzoni.

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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