“She’s Back”, il nuovo capitolo discografico di Walter Celi

Di recente pubblicazione il nuovo singolo di Walter Celi, intitolato “She’s Back” e che inaugura il percorso da coronare con il terzo long play di brani inediti.

Una canzone strutturata in lingua inglese che strizza l’occhio al funk, a quelle sonorità soul radicate negli anni ’70 ma che trovano validissimi rappresentanti nel presente dell’industria discografica con Anderson .Paak, Kendrick Lamar, Childish Gambino, senza dimenticare il debutto del superduo Silk Sonic.

Proprio da queste menti creative trae ispirazione Walter Celi, plasmando una traccia magnetica e dal sound carismatico. Il nucleo tematico portante è l’ispirazione dovuta alla musa, musica che diventa tributo a questa stessa forma d’arte. Del recente singolo e delle prossime novità attorno al disco in arrivo, ne abbiamo parlato in questa nell’intervista.

 

Walter Celi – “She’s Back” – Intervista

 

Ciao Walter, come stai? Presentaci il tuo nuovo singolo “She’s back”, magari raccontandoci qualche storia interessante che riguarda la produzione del pezzo.

Ciao, sto bene, grazie. La storia di questo brano, di come è nato e come è stato prodotto, credo sia interessante. La primavera scorsa avevo già composto tutti i pezzi che avrebbero fatto parte del nuovo album, che allora non aveva ancora un nome.

Sentivo però che mancava un tassello al disco. Non un riempitivo ma qualcosa di importante, un pezzo di apertura, qualcosa che avrebbe introdotto l’ascoltatore al resto. Un pezzo che dolcemente avrebbe trasportato chi riproduceva l’album per la prima volta, nel mondo che avevo creato. Così ricorsi al piano a muro che si trova dai miei, quello che suono da sempre quando ho bisogno di trovare l’ispirazione. Cominciai a fare su e giù sui tasti nelle tonalità dei brani che avevo già composto per l’album e che quindi conoscevo bene. Venne fuori questo arpeggio maggiore in poche ore che mi faceva volare ogni volta che lo suonavo. Così ho sviluppato l’intera canzone su una specie di botta e risposta tra ritmo e l’arpeggio. Ancora adesso, dopo averlo ascoltato mille volte, lo adoro.

In fase di arrangiamento pensai che quell’arpeggio con cui cominciava il brano aveva bisogno di un’ulteriore introduzione. Così chiamai al telefono il mio amico Godwin che ha una bellissima voce e un’ottima pronuncia e gli chiesi di mandarmi un messaggio vocale – diventato poi l’introduzione del brano e dell’intero disco:

“it’s unbelievable, it’s just amazing…she’s back!“.

 

 

Il tuo brano ha delle chiare ispirazioni soul, un genere che all’estero rinasce ciclicamente (basti pensare alla più recente esperienza di Bruno Mars e Anderson .Paak come Silk Sonic), mentre l’Italia sembra sempre un po’ “sorda” nei confronti di questo sound. Fare un pezzo così è anche un segnale che vuoi lanciare? Che si può suonare qualcosa di diverso in ambito emergente?

Per rispondere a questa domanda devo premettere che nella mia vita da musicista ho suonato in passato tanti generi e in tante situazioni diverse.

Ho anche fatto parte di cover band, cercando spesso di imitare il mio batterista o il mio cantante preferito, ma in realtà non sono mai stato bravo a imitare nessuno. Posso prendere spunto da un cantante, un pianista, ma che lo voglia o meno il risultato finale non sarà mai uguale. Avrà sempre un tocco personale e originale. È per questo che, a un certo punto, ho deciso di fare il cantautore: per creare musica originale e non più per imitare altri.

Fatta questa premessa, rispondo che sì, si può suonare qualcosa di diverso in ambito emergente, anzi lo si deve fare! L’omologazione della musica al giorno d’oggi per me rappresenta la morte stessa della musica. Dopo che ‘tutto è stato inventato’ e che i generi tornano di moda ciclicamente, non ci si può fermare ad imitare un singolo artista solo perché va di moda in questo momento storico e per assicurarsi visibilità. In questo modo tutti sono capaci di fare musica e la cosa diventa noiosa, a parer mio. Ritengo che sia più importante non andare contro se stessi e suonare la musica che si ha dentro, per poter dare il meglio di sé. È per questo che ascolto musica dal mondo e non molto la musica italiana contemporanea; credo che in Italia si sperimenti poco e ci si limiti alla pura imitazione di qualcosa già esistente, senza originalità.

Ovviamente questa è una mia opinione e non ho la pretesa di fare di tutta l’erba un fascio. Mi sono limitato a descrivere l’andazzo generale qui in Italia da tempo.

walter celi

“She’s back” è un tributo alla tua Musa Ispiratrice. Ci interesserebbe sapere anche quanto sei ispirato; in altre parole: “She’s back” anticipa altre pubblicazioni a stretto giro?

Il singolo preannuncia l’uscita del nuovo album che prenderà il nome da esso. L’album uscirà a fine Settembre per l’etichetta XO La Factory. Sarà seguito da un tour italiano di presentazione, che avrò il piacere di fare per la prima volta con il mio nuovo quartetto “Blend Project”, formato da me, Dario Starace (batteria), Donny Balice (tromba) e la new entry Beppe Scarangelli (basso).

Quindi la risposta è sì, mi sento molto ispirato. Nonostante il periodo difficile per la musica in generale, non perdo la voglia di mettermi alla prova, raggiungere gli obiettivi e scrivere nuovi brani. E per fortuna sono circondato da persone che mi vogliono bene e mi sostengono in questo tortuoso percorso.

 

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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