Il corso delle stagioni scandito dalla puntuale pubblicazione di singoli; poi un nuovo inedito ad accompagnare la release che chiude il cerchio attorno questa prima stagione creativa: vede la luce “Piano Sequenza”, il primo extended play firmato da Guendalina e distribuito da Believe Digital.
La giovane musicista e performer meneghina ha inaugurato questo nuovo corso ufficialmente nell’estate del 2020; proprio come la tecnica cinematografica ha concretizzato, nel corso dei mesi, una narrazione organica e continuativa, presentata dalla diretta interessata con queste parole:
Ogni brano ha una storia, una sensazione o stato d’animo differente, ma nel complesso sono legati tra loro dalla scrittura, dall’atmosfera e dalle tematiche.
Alla prova d’ascolto, le cinque tracce sembrano altrettanti pianeti allineati sullo stesso sistema solare: ognuno è indipendente e autonomo, ma nella propria rotazione c’è quella risonanza che sviluppa un valore aggiunto quando li si metabolizza in successione. Guendalina è sicura e pienamente padrona delle storie che vuole raccontare, provoca l’ascoltatore per dargli modo di ritrovarsi nei quadretti di quotidiano, è leggera e vive con sfrontatezza gli ostacoli che vengono frapposti nel complicato mestiere di vivere. Tra tessiture urban, attitudine electro e buona personalità dagli echi di soul e r’n’b, l’esito è più che positivo per quella che a tutti gli effetti può considerarsi una raccolta, ma con un inedito in più, dal titolo “Puro e vivido”.
Per approfondire questa nuova realtà, abbiamo intervistato Guendalina.
Guendalina – “Piano Sequenza” – Intervista
Ciao Guendalina, domanda d’obbligo, presentaci il tuo EP. Sappiamo che chiude il cerchio attorno una fase creativa che dura da circa due anni.
L’EP in realtà era un’idea che avevo in testa già da un po’ di tempo; ho aspettato così tanto perché da una parte ero nell’attesa di qualcosa, dall’altra parte non avevo ancora trovato il brano giusto per chiudere il cerchio. Devo ammettere che mi è stata data un lieve spinta, e dopo “Puro e vivido” ho cominciato a lavorare ad un brano totalmente diverso dagli altri. Questo mi ha un po’ aperto gli occhi: è ora di finire un ciclo, una sezione, anche per capire io stessa a che punto sono.
È un EP che ha brani scritti in diversi anni, ad esempio “Velluto Rosso” l’ho scritta nel 2018 ma mi è sempre sembrata fresca, anche ora; in generale non ho sentito nessun brano “invecchiare” nell’attesa di essere condivise, e questa cosa mi ha sempre rassicurata. Ovviamente sono cambiata negli anni, sicuramente tornando indietro modificherei delle cose, anche del cantato, o della produzione; tuttavia per me sono delle testimonianze di quei periodi, per cui non le stravolgerei, ne sono affezionata.
“Piano sequenza” è stato scelto in corsa come titolo, suggerito da una mia amica (che mi conosce da quando ho 6 anni, e che ha girato molti miei video, e scattato molte delle mie copertine). In effetti l’ho sentito calzare perfettamente con i miei brani; tutti con delle atmosfere, storie e sensazioni differenti, però legati tra loro, un piano sequenza che si svolge in diversi luoghi e con diversi colori. Anche gli ultimi video che ho girato seguono la tecnica del piano sequenza.
Sul versante musicale, i tuoi brani si muovo tra pop, soul e sonorità urban trovando un equilibrio peculiare e subito riconoscibile. Quali sono le tue ispirazioni principali per fare musica?
Non ho un genere preciso che ascolto, mi piace il pop elettronico ma anche l’indie-rock. Ci sono degli artisti che prendo come icone a cui m’ispiro, sia per la musica sia per il loro modo di essere come Florence and the Machine, Lady Gaga, Janis Joplin, Dolly Parton, David Bowie e anche Miley Cyrus. Musicalmente m’ispiro e ascolto Lorde, Banks, Fka twigs, Sevdaliza, Ernia, Cosmo, Barry White, Willow Smith, M83, Fleetwood Mac, Burt Bacharach; colonne sonore e tanti, troppi artisti in generale.
Banalmente prendo ispirazione da tanti generi musicali; attualmente per i miei pezzi sto cercando di mescolare il cantautorato al pop prendendo influenze dall’elettronica, dalla trap e dall’hip-hop e anche dalla musica popolare.
È possibile notare un lavoro visivo importante attorno al tuo progetto. Le copertine, i videoclip, gli abiti indossati e la tua presenza scenica diventano risvolti concreti di come ti presenti nelle tue canzoni. Quanto è importante per te dare un respiro trasversale alla tua creatività?
Più che importante, per me è naturale tutto ciò che è creativo al di fuori della musica. Ho sempre avuto un problema: quello di voler fare tante cose creative, ma mi sono resa conto con il tempo che è impossibile riuscire a stare dietro a tutto.
In generale mi sono sempre vestita in modo “colorato”, per me è sempre stato normale indossare pellicce colorate; la parrucca è stato il passo in più che ho voluto provare ma in generale il vestire per me è una forma d’espressione personale. La soluzione perfetta per me, quella che riesce a legare tutte le forme d’arte, è il concerto con cui posso creare un’atmosfera completa, non solo cantare i miei pezzi. Posso comunicare a 360° cosa voglio dire, come lo voglio dire, e mostrarmi per come sono avendo un contatto diretto con le persone.
Oltre alla musica io sono anche appassionata di danza, dal movimento, della teatralità. Un suggerimento che mi diede una mia insegnante pensando al mio brano “Impressione”, che è pieno d’immagini, è stato quello di provare ad immedesimarmi con i materiali, le sostanze e l’atmosfera di cui parlo, letteralmente e provare a renderla ancora più sensoriale.
Ci hai accennato a nuovi sviluppi da qui a breve. Puoi anticiparci qualcosa a riguardo?
Allora, attualmente vorrei fare un piccolo “tour”, portare in giro il mio EP, per ora ho una data fissata a marzo (questo periodo non aiuta sicuramente); sto anche lavorando a nuovi pezzi che vorrei far uscire a raffica, mi sto imponendo in un certo senso di condividere, far uscire le canzoni. In qualche modo sto concretizzando ciò che ho in testa, e questo mi solleva moltissimo, mi permette di passare ad altro, di non fossilizzarmi.
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