Targhe Tenco 2020: annunciati i finalisti. Peccato per gli esclusi

Uno dei premi più prestigiosi – sicuramente tra quelli ambiti con maggiore interesse e foriero di una storia di spessore – anche quest’anno, nonostante la pesante crisi dovuta al Covid che attanaglia l’industria discografica italiana, le Targhe Tenco si preparano all’atto finale.

Nella giornata di domenica sono stati resi noti i nomi dei finalisti per le sei categorie in concorso.

Vediamole nel dettaglio.

 

Targhe Tenco – I finalisti sezione per sezione

 

Disco in assoluto: Paolo Benvegnù (Dell’odio dell’innocenza); Brunori Sas (Cip!); Diodato (Che vita meravigliosa); Luca Madonia (La Piramide); Perturbazione [(dis)amore]

Album in dialetto: Alfio Antico (Trema la terra); Eleonora Bordonaro (Moviti Ferma); Sara Marini (Torrendeadomo); Nuova Compagnia di Canto Popolare (Napoli 1534. Tra moresche e villanelle); Daniele Sepe (Le nuove avventure di Capitan Capitone)

Opera prima: Buva (Quarantena); Paolo Jannacci (Canterò); Liana Marino (Partenze); Lelio Morra (Esagerato); Réclame (Voci di corridoio)

Interprete di canzoni: Beppe Dettori [(In)canto rituale – Omaggio a Maria Carta]; Peppe Fonte (Le canzoni di Piero Ciampi e Pino Pavone); Maria Mazzotta (Amore Amaro); The Niro (The Complete Jeff Buckley & Gary Lucas Songbook); Tosca (Morabeza).

Canzone singola: Diodato (Che vita meravigliosa); Beppe Gambetta (Dove Tia O Vento); Giacomo Lariccia (Limiti); Rancore (Eden); Tosca (Ho amato tutto).

Album collettivo a progetto: Animantiga; Calendario Civile; Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero; Note di viaggio – Capitolo 1: Venite avanti; 20 x 22.

targa tenco 2020

Peccato per gli esclusi

Scelte sostanzialmente condivisibili quelle plasmate dalla giuria ed ufficializzate per la votazione attiva fino al 29 giugno; ma è nelle increspature delle nomination che risulta esserci qualche incoerenza. Una sorta di peccato per non aver dato il giusto risalto a progetti discografici che potevano lanciare un messaggio importante senza per questo snaturare l’anima della Targa Tenco.

Partiamo dalla categoria Disco In Assoluto: Paolo Benvegnù arriva alla quarta nomination in dieci anni tondi, Luca Madonia raccoglie un ottimo plauso già per essere in quel novero, ed è giusto dare spazio ai Perturbazione, al vincitore di Sanremo Diodato ed a Brunori Sas (terza nomination per lui). Ritengo però una grave mancanza l’esclusione del meraviglioso album “I Mortali“: Sfido chiunque a non ritenerlo artisticamente allo stesso livello dei dischi selezionati. Inoltre, è significativo come lo stesso Colapesce nel 2012 venne insignito della Targa per la miglior Opera Prima. Sarebbe stata una conferma importante di questo percorso artistico oggettivamente in crescita costante.

Un pizzico posticcio anche il lavoro effettuato per gli album in dialetto. Quasi sicuramente sarà Alfio Antico a vincere, forte di una battage mediatica importante, ma trovarsi Daniele Sepe (già vincitore nel 1998) col progetto Capitan Capitone alla prima nomination quando la storia discografica dura da più di cinque anni ed è arrivata al terzo long play, beh…ha un forte sentore di colpevole disattenzione.

Sul versante Opera Prima si è sviluppato un mix anagraficamente interessante, resta però da comprendere come ci sia stato il (benedetto) coraggio di portare Fulminacci, classe ’97, a raggiungere la vittoria mentre quest’anno si è ignorato l’interessante sperimentazione firmata Tutti Fenomeni col suo Merce Funebre.

Menzione d’onore alla giuria per l’inclusione, tra i migliori Interpreti di Canzoni, a The Niro. “The Complete Jeff Buckley & Gary Lucas Songbook” è una proposta musicale rara, di quella nicchia che Davide Combusti delizia con ottima musica e che qualche volta, come in questo caso, riesce a raggiungere la ribalta che merita.

Mi sa di sconfitta la sezione Canzone Singola, dove i rimasugli sanremesi danno un cattivo retrogusto all’idea generale. Rancore era in nomination già lo scorso anno, avrà sicuramente doti artistiche, ma a questo punto perché ignorare (giusto per fare un esempio) la magnum opus di Murubutu e Claver Gold?

Poco da commentare, ma tanta curiosità per la più giovane delle sezioni, ossia Album Collettivo a Progetto.

Nonostante dei piccoli segnali interessanti, l’opinione generale che mi restituisce quanto scelto dalla giuria delle Targhe Tenco è ancora una certa sordità verso dischi ed artisti che avrebbero certamente restituito competenza, interesse e speranza verso il nuovo che avanza nel panorama musicale italiano. Ho cercato di basare le mie osservazioni su dati oggettivi, senza scadere nel classico sofismo da critico musicale che finisce per citare il nome meno conosciuto brandendo la spada della “qualità artistica”.

C’è musica popular esclusa da questi finalisti che, per citare un plurinominato, fa rumore.

Peccato per gli esclusi.

Giandomenico Piccolo

Giornalista | Creativo | Direttore di Scè dal 2018. Collaboro con diverse testate e mi occupo di ufficio stampa e comunicazione digitale. Unico denominatore? La musica.

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