Reduce da un Sanremo 2021 vissuto da protagonista tra le nuove proposte con “Lezioni di volo“, Wrongonyou svela l’elaborato complessivo che si intitola “SONO IO”, long play edito da Carosello Records.
Andiamo a scoprire le otto tracce nuove; a completare la tracklist c’è proprio il brano che ha portato Marco Zitelli (il nome anagrafico dietro il moniker Wrongonyou) a vincere il Premio della Critica “Mia Martini” nella serata del venerdì per il 71° Festival della Canzone Italiana.
Wrongonyou – “SONO IO” – Recensione dell’album
Dopo anni caratterizzati da brani, concerti e plausi della critica e del pubblico con un registro espressivo in lingua inglese, l’inizio della collaborazione con Carosello Records ha aperto ad una fase di rinnovamento del progetto Wrongonyou. È del 2019 “Milano parla piano”, prima volta in italiano trainata dalla scintillante “Mi sbaglio da un po’“; un’espressione fulgida e rara, perché connubio di pop, gospel e folk strutturato in lingua nostrana con incursioni inglesi che ti stendono.
La ricetta dietro quel disco era gustosa ma probabilmente troppo carica di sapori e di ingredienti: “SONO IO” segna continuità linguistica; senza cedere un passo alla coerenza artistica, tuttavia, ci si accomoda su coordinate sonore leggermente differenti.
Il singolo che si è conquistato uno slot sul palco dell’Ariston (“Lezioni di volo”) vive un arrangiamento ovviamente più ricco; le restanti otto canzoni tratteggiano l’intimo di Marco Zitelli plasmando una forma sonora più scarna, acustica ma al tempo stesso elettronica. È un approccio riduzionista al canone pop che Wrongonyou vive orientandosi tra strumentali e ritmiche urban. La voce si presta a sperimentazioni che mirano ad aggiungere sfumature ad una vocalità già ben riconoscibile e di qualità.
Insieme ad un nugolo di fidati collaboratori viene prodotta un’esperienza d’ascolto al passo coi tempi, scevra da tatticismi commerciali, solida evoluzione di un’esperienza che si avvicina al decennio. Interessante l’operato sulla pop-ballad “Nada” firmata insieme ad Alessandro Raina, che qualche indie kid ormai over 30 ricorderà per i trascorsi con Amor Fou e Colapesce.
Wrongonyou ha fatto giri immensi per poi ritornare (semicit.) a cantare di quelle cose che gli stanno accanto, della sua Roma (da intendersi come città e come squadra del cuore) e dei suoi affetti. Forse è questa la metafora più forte che un concept album sulla crescita personale può restituire: si è veramente maturi quando si ha la forza di condividere il proprio “io”; sotto questo punto di vista, “SONO IO” dimostra la validità di Wrongonyou e della sua messa a fuoco sul presente.
Un progetto che sta conquistando lo spazio che (da anni) merita. Arriva il tempo di raccogliere i frutti dopo una lunga e paziente semina, mostrandosi senza compromessi discografici.
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